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Coronavirus, la malattia di Kawasaki nei bimbi: a Bergamo un aumento del 30%

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Nel pieno dell'epidemia di coronavirus, che ha visto nella provincia lombarda uno degli epicentri, i pediatri dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo avevano avuto modo di vedere un insolito numero di bambini con i sintomi simili alla malattia di Kawasaki: un aumento di 30 volte dei casi.  Questa analisi si è guadagnata le pagine della rivista scientifica internazionale The Lancet. Casi simili, infatti, sono stati osservati anche negli Usa, a New York, e nel Regno Unito, Inghilterra sud-orientale. Se nella zona di Bergamo la Kawasaki era stata diagnosticata a soli 19 bambini nei 5 anni precedenti e fino a metà febbraio 2020, poi tra il 18 febbraio e il 20 aprile, quindi in 2 mesi, ci sono stati 10 casi. I ricercatori avvertono che è difficile trarre conclusioni definitive con numeri così piccoli. Ma nel report spiegano anche che 8 dei 10 bambini portati in ospedale dopo il 18 febbraio 2020 sono risultati positivi al virus Sars-CoV-2 in un test anticorpale.

 



"Abbiamo notato un aumento dei bambini indirizzati al nostro ospedale con una condizione infiammatoria simile alla malattia di Kawasaki nel periodo in cui l'epidemia di Sars-CoV-2 stava prendendo piede nella nostra regione. Anche se questa complicanza rimane molto rara, il nostro studio fornisce ulteriori prove su come il virus può colpire i bambini", evidenzia a Leggo uno degli autori del report, il reumatologo pediatra del Papa Giovanni XXIII Lucio Verdoni. Gli autori affermano che i loro risultati mostrano un'associazione tra il focolaio di nuovo coronavirus e la condizione infiammatoria 'simil-Kawasaki' nella provincia di Bergamo.

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