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Silvia Romano, svolta sul caso: "Quando vennero a cercarmi, lui non fece nulla", chi era davvero il masai che la proteggeva in Kenya

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Anomalie e criticità intorno alla onlus Africa Milele, l'associazione con cui Silvia Romano è arrivata in Kenya. Piano piano emergono infatti preoccupanti dettagli sulla onlus che ha mandato allo sbaraglio la giovane cooperante milanese, poi rapita per 18 mesi dai terroristi di Al Shabaab. Oltre alle presunte mancanze di protocolli di sicurezza, i Ros stanno verificando altri aspetti. Primo tra tutti chi tutelava Silvia in Africa. È emerso infatti che, quando agli inizi del 2019 i carabinieri del Ros vanno a Malindi per ricostruire le fasi della cattura di Silvia scoprono che la sicurezza del villaggio era stata affidata a Joseph, un masai. In realtà - scrive Il Corriere - si tratta del marito di Lilian Sora, la fondatrice della onlus

 

 

Nel 2000 la donna era arrivata in Kenya per una vacanza con il marito italiano ma aveva deciso di rimanere e aprire un orfanatrofio. Ed è a quel punto che Lilian sposa Joseph al quale aveva affidato l'organizzazione del villaggio. "Qualche giorno prima della mia cattura - ha raccontato in merito la giovane - due uomini vennero a cercarmi nel villaggio. Io lo seppi dopo ma il masai che doveva essere con noi non fece nulla su questo episodio". È su questo che serve fare il punto della situazione, perché il dubbio degli investigatori è che Silvia sia stata tradita, magari proprio da qualcuno di cui si fidava. 


 

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