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Luca Palamara "pronto a tornare in tv": così il "pentito" fa tremare la magistratura e le procure

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Domenica sera Luca Palamara si è concesso un’intervista a Massimo Giletti per Non è l’Arena. Sono in tanti a tremare dopo le parole del pm indagato, in particolare quelli che occupano posti di potere in seno alla magistratura grazie alla sua opera di “mediazione”. Secondo le indiscrezioni de Il Giornale, Palamara ci avrebbe preso gusto e non è escluso che decida presto di accettare l’invito di un altro programma, per continuare il racconto sul sistema delle correnti e sul suo ruolo all’interno di esso. Racconto che il quotidiano diretto da Sallusti definisce “pericoloso” perché pian piano indica un filo rosso per leggere le parti salienti delle 60mila pagine di intercettazioni.

 

 

Una delle più interessanti è certamente legata alla vicenda di Matteo Salvini, una ‘mer***’ che sull’immigrazione ha ragione ma va comunque attaccato: la spiegazione di Palamara a riguardo è che se uno come il segretario della Lega attacca un pm che indaga, la categoria si compatta e prevale un orientamento politico-ideologico. L’ex ministro non ha però accettato le scuse ed è passato all’attacco, come tutto il centrodestra. Che è rimasto scandalizzato anche da “certe trattative importanti”, come quelle per la nomina del vicepresidente del Csm: Palamara ha svelato che si segue “una sorta di manuale Cencelli”, ogni corrente cerca di portare avanti il proprio “protetto”, magari a discapito di chi è più bravo ma non appartiene a nessuno. E proprio il verbo “appartenere” è quello che più fa accapponare la pelle e che restituisce l’immagine di una parte importante della magistratura che agisce alla stregua di un’organizzazione mafiosa. Sarà anche per questo che ci sono tante toghe spaventate da quello che Palamara potrà dire ancora se dovesse continuare ad andare in televisione. 

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