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Coronavirus, Alberto Zangrillo contro il Cts: "Zero morti in Lombardia nell'ultimo mese. Se volete chiamatemi irresponsabile"

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“Se dichiarare pubblicamente che il virus in Italia non produce gli stessi problemi di tre mesi fa equivale ad essere ritenuto irresponsabile, mi assumo volentieri questa responsabilità”. Alberto Zangrillo non arretra di un centimetro dalla sua linea sul coronaviurs, che non viene più ritenuto un problema grave, anche in Lombardia dove “nessuno muore per colpa del virus da almeno un mese”. Il professore del San Raffaele di Milano si basa sulle evidenze cliniche condivise da circa quattrocento medici e infermieri che hanno lavorato al suo fianco dal 31 febbraio: “Insieme abbiamo affrontato il dramma della morte ogni giorno - ha dichiarato in un’intervista a Il Tempo - e nessuno di loro il primo giugno mi ha chiamato per chiedere se ero diventato pazzo”.

 

 

Zangrillo non vuole entrare in polemica con il governo presieduto da Giuseppe Conte né con il comitato tecnico scientifico, ma sottolinea che “evocare l’emergenza porta al panico e alla morte sociale. Pretendere il rispetto di regole giuste aumenta il senso di responsabilità di ognuno di noi. Chi consiglia il premier? Il quadro clinico del grande malato Italia è nelle mani del Cts, formato da illustri colleghi con cui non voglio entrare in conflitto. Ho riconosciuto a loro il grande merito di aver suggerito in tempi esatti un doloroso ma necessario lockdown. Ora vorrei che le loro indicazioni tenessero in maggior considerazione le evidenze cliniche attuali”. Zangrillo è convinto che in questo particolare momento storico c’è bisogno di “condivisione, coraggio e lucida visione di un quadro globale. Oggi la mia più grande preoccupazione in campo sanitario è riprendere a curare quei malati che, per colpa del Covid, trascuriamo da almeno cinque mesi”. 

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