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Mauro Pamiro, il giallo di Crema. La mamma del professore: "Me l'hanno ammazzato, investito e abbandonato"

Omicidio o suicidio?

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"Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi": con queste parole il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano smonta l'ipotesi di un giallo nella morte di Mauro Pamiro, l'insegnante di 44 anni trovato morto in un cantiere di Crema. L'autopsia aveva parlato di lesioni compatibili con una caduta dall'alto. Il padre di Pamiro, ingegnere in pensione, negli scorsi giorni aveva affermato che il figlio soffriva della distrofia muscolare di Becker, una malattia degenerativa progressiva e invalidante, per l'Inps Mauro Pamiro era invalido al 35 per cento. Una malattia che, pur consentendogli una certa libertà di movimento, gli causava forti dolori e gli avrebbe impedito di arrampicarsi sulle impalcature del cantiere di via don Primo Mazzolari da cui, poi, sarebbe caduto. La moglie resta indagata a piede libero.

 

 

 

"Di giallo - ha detto Pellicano - non sembra esserci assolutamente nulla, intendendo per giallo la descrizione di un crimine con il coinvolgimento di criminali e vittime. Si è trattato di un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone". Per quanto riguarda la moglie Debora Stella, 39 anni, ricoverata negli scorsi giorni nel reparto di psichiatria alla notizia della morte del marito e interrogata già in Procura  "sarà verosimilmente oggetto di richiesta di archiviazione".


Ma la mamma di Mauro, Marisa Belloni, al quotidiano Il Giorno ha detto di non credere al suicidio: "Me l'hanno ammazzato. Non è possibile. Mauro amava la vita, non aveva alcun motivo per fare un gesto definitivo (...)Mauro è uscito di casa a piedi nudi, senza cellulare e senza soldi. Io penso che sia stato investito da un'auto e poi abbandonato nel cantiere. Mi è stato riferito che l'autopsia ha evidenziato che aveva rotto la seconda vertebra cervicale".
 

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