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Coronavirus, Paolo Pelosi: "Muoiono persone che non sono più positive da mesi", i danni a lungo termine

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“Più dell’80 per cento delle morti segnalate si riferisce a persone molto anziane, con una sovrapposizione di più patologie, degenti da due o tre mesi, forse nemmeno più positivi al tampone”. Così Paolo Pelosi, consigliere nazionale del Siarti, ha fotografato la situazione dell’emergenza coronavirus in Italia. “Queste persone - ha spiegato in un’intervista a Il Giorno - scontano le conseguenze di un danno irreversibile che può essersi prodotto a livello dei polmoni. Ma questa infezione colpisce anche cuore, reni e sistema nervoso centrale. Perché il Covid non è solo polmonite, può scatenare una massiccia infiammazione, una trombosi diffusa, sconvolge la coagulazione”.

 

 

Ciò non toglie però che se i decessi giornalieri ormai si contano sulle dita di una mano, significa che qualcosa è cambiato rispetto ai primi mesi: “Le misure di lockdown e l’igiene hanno fatto si che la carica virale, anche con test positivo, sia nettamente inferiore, e l’infezione risulta meno aggressiva. Gran parte dei positivi sono asintomatici, quelli che necessitano di ricovero ospedaliero in terapia intensiva sono in numero molto limitato”. Gli ospedali però non abbassano la guardia e si stanno già attrezzando per i prossimi mesi, quando l’emergenza potrebbe tornare: “Stiamo monitorando i ricoveri - ha spiegato Pelosi - se vediamo che crescono i numeri in terapia intensiva, quello sarà il momento di agire”. 

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