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Coronavirus, scontro tra governo e regioni. Aeroporti, tamponi e quarantena per chi arriva: le regole, è caos

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Quanto il governo sia allo sbando nella gestione di questa (presunta) seconda ondata di coronavirus lo dimostra il caos negli aeroporti italiani nel primo giorno dell'entrata in vigore dell'ordinanza che prevede l'obbligo del tampone per chi rientra da Malta, Croazia, Grecia e Spagna, direttamente negli scali e nei porti o entro 48 ore, con annessa quarantena fino all'esito del test.

 

 

 

Nessun aeroporto o porto è stato in grado di attrezzarsi per tempo per i test rapidi. Peraltro, come nota anche il Corriere della Sera, il provvedimento del governo si è sovrapposto alle decisioni autonome di molte regioni che a fronte della risalita della curva dei contagi hanno già attuato proprie ordinanze. Risultato: un mosaico di regole, un labirinto per i viaggiatori di ritorno dalle vacanze all'estero e ritardi che amplificano il rischio di trasmissione del virus. Le regioni, ormai in aperta contrapposizione con Palazzo Chigi, si muovono ormai in ordine sparso. In Campania tampone solo per gli italiani, in Emilia Romagna c'è solo la richiesta di informare le autorità, senza obbligo di isolamento domiciliare, in Puglia quarantena obbligatoria di 15 giorni per tutti, tampone o no. Nessun particolare controllo a Malpensa, mentre a Fiumicino sono stati inaugurati gli ospedali "drive in", per i test appena sbarcati. E il governo? Promette: "Nei prossimi giorni, nei principali aeroporti, nei porti e linee di confine, in via sperimentale si potranno trovare postazioni per eseguire i test rapidi". Nel frattempo, affidiamoci al buon senso. Come da marzo a questa parte.

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