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Papa Francesco, Luigi Bisignani: "Un concistoro straordinario, così nasce la Chiesa dei poveri di Bergoglio"

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Una rivoluzione, imminente, voluta da Papa Francesco. Una rivoluzione che potrebbe iniziare l'11 febbraio, Madonna di Lourdes, oppure il 13 maggio, il giorno della Madonna di Fatima. E della rivoluzione ne dà conto Luigi Bisignani con un intervento sul Tempo in cui svela che il Pontefice ha intenzione di indire un "concistoro straordinario, il secondo del suo pontificato". Per l'uomo che sussurrava ai potenti, si tratta del "coniglio che Bergoglio tirerà fuori dal suo zucchetto per rivoluzionare la Curia vaticana ponendola al servizio degli ultimi più che della dottrina".

 

Secondo Bisignani, Papa Francesco "vuole dimostrare urbi et orbi con questa adunanza straordinaria" che "il suo magistero è solido e non teme scismi grazie alla maggioranza delle porpore elevate quasi tutte a sua immagine e somiglianza". Secondo le indiscrezioni che circolano alla Santa Sede, Bergoglio vorrebbe rivoluzionare la Curia romana e le sue gerarchie, che verrebbero rovesciate: "Prima Propaganda Fide (che incorporerebbe anche la Nuova Evangelizzazione) - riprende Bisignani -, poi un neonato dicastero della Carità (che accorperebbe almeno due degli attuali dicasteri), poi ancora un nuovo dicastero della Giustizia. La consacrazione quindi della Chiesa dei Poveri", rimarca.

Dietro a questa decisione radicale di Papa Francesco ci sarebbe il cardinale dell’Honduras, Oscar Mariadaga: "Sarebbe riuscito a sussurrare a Papa Francesco di ordinare questa grande adunanza, consigliandolo sommessamente che non può più essere il ristretto consiglio del cardinali - passato dal cosiddetto C8 al C9 per arrivare poi ad uno striminzito C6, in modo molto gesuitico, dicono i maligni - a portare avanti la faticosa ristrutturazione dell’apparato vaticano, predicando la collegialità e razzolando l’assolutismo", sottolinea Bisignani.

 

Una rivoluzione, bella e buona, le cui conseguenze in Vaticano sono ancora tutte da pesare, da comprendere. Anche perché, ricorda sempre Bisignani, secondo il Pontificale Romano, in concistoro, i cardinali devono essere interpellati uno ad uno, devono insomma dire quel che pensano delle novità. Tre le formule: "Può essere un placet, un non placet, ma anche un placet iuxta modum (sono d’accordo a certe condizioni). Di questo, forse, Bergoglio ha un certo timore. Un terremoto quello della riforma della Curia che, se sarà così, farà tremare anche il colonnato del Bernini. In saecula saeculorum", conclude un profetico Bisignani.

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