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Dpcm, le indiscrezioni sulle nuove misure: ristoranti chiusi, spostamenti vietati e possibile apertura di cinema e teatri

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Il governo lascia Giuseppe Conte ma non i Dpcm. Ed ecco che entro il 6 marzo, in vigore fino al 6 aprile, arriva il primo decreto dell'era Draghi. Poco cambia però rispetto alla linea rigorista dell'esecutivo precedente. Confermato infatti il divieto di spostamenti tra le Regioni, almeno fino al 27 marzo. Le nuove limitazioni - lancia i primi rumors il Corriere della Sera - si riferiscono anche alle seconde case purché queste si trovino in "zona rossa". Non sembra neppure imminente l’ipotesi di aprire i ristoranti nelle Regioni in fascia gialla, mentre sono certamente chiuse palestre e piscine. L’unico spiraglio potrebbe riguardare i cinema e i teatri. Oggi arriverà il parere del Comitato tecnico scientifico sulla ripresa al 27 marzo che sarà positivo sia pur condizionato all’andamento dell’epidemia.

Intanto è allarme per le nuove varianti del coronavirus. Diffuse ormai su tutto il territorio italiano, rischiano queste di provocare un ulteriore cambiamento di colori. Il Piemonte è in fascia arancione, ma il Lazio e la Lombardia rimangono in bilico, così come la Puglia, le Marche e la Basilicata. Potrebbe invece andare in rosso la Campania, ma anche l’Emilia Romagna che ha già fatto entrare Bologna in "arancione scuro". 

In sostanza la bozza del nuovo decreto non porterà ad alcuna apertura. Parola dei ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini. Per entrambi potremmo vedere qualche libertà in più dopo il 6 aprile, a Pasqua conclusa. "Da un lato chiedete l’apertura delle attività economiche e dall’altro la chiusura delle scuole? - ha domandato la Gelmini indignata con i governatori -. È una contraddizione di fondo". Sì invece "ai ristori immediati per chi non può lavorare". E all'opposizione che chiede un cambio di passo rispetto alle scorse misure, il ministro di Forza Italia replica: "Va bene la discontinuità ma non faremo salti nel buio".

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