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AstraZeneca, disdette a raffica in Italia: il disastro firmato Europa e Aifa, la campagna in Italia sta saltando

Alessandro Gonzato
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Fioccano le disdette per il vaccino Astrazeneca e intanto nella campagna d'immunizzazione siamo stati superati dalla Turchia, dal Marocco, staccati anni luce dall'Ungheria e dalla Serbia e raggiunti dalla Polonia, Paesi dove vengono utilizzati in grande quantità anche il vaccino russo e cinese. Sempre più italiani diffidano del siero anglo-svedese nonostante solo un'iniezione su 100 mila in tutta Europa abbia provocato effetti collaterali gravi. «È più facile morire cadendo dal letto», ha sentenziato il professor Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano. «Andare in aereo», ha aggiunto il luminare, «è cento volte più pericoloso che assumere un vaccino testato e autorizzato dagli organi preposti». Eppure il numero di chi vi rinuncia continua a crescere, colpa della disastrosa comunicazione dell'Agenzia europea per i medicinali che non ha preso una posizione chiara dopo lo stop temporaneo al farmaco dettato dalla Germania (nel frattempo rifornitasi di milioni di dosi Pfizer), ma anche dell'Aifa e del governo italiano che hanno continuato a cambiare le fasce d'età a cui destinare l'antidoto. Il risultato è che in Sicilia, lo ha dichiarato ieri Mario La Rocca, direttore della Pianificazione strategica dell'assessorato alla Salute, la percentuale di chi rifiuta Astrazeneca ha raggiunto il 70%, soglia toccata anche a Reggio Calabria. A Potenza in 48 ore hanno rinunciato in 260 su 480 aventi diritto. Saliamo al Nord. In Lombardia, ha sottolineato Giovanni Pavesi, direttore generale del Welfare, la percentuale è del 15, e però il numero doppio di abitanti rispetto alla Sicilia incide enormemente sul totale di chi preferisce rischiare di prendersi il Covid anziché l'iniezione.

 

 

 

Dati in crescita

Non bastasse, Pavesi ha detto di avere la sensazione che il dato sia in ulteriore crescita: «Sta diventando un fenomeno più importante di quello che possiamo pensare. Bisogna ricordare alla gente che ci sono milioni di europei che si sono vaccinati con Astrazeneca senza alcun tipo di effetto collaterale. Il vaccino è sicuro». L'assessore al Welfare, Letizia Moratti, ha provato comprensibilmente a minimizzare: «Piuttosto sono in aumento considerevole le domande di approfondimento e di spiegazione sul vaccino». Secondo l'ex sindaco di Milano il calo delle inoculazioni sarebbe del 5%. Il 33 a Napoli: il dato arriva direttamente dall'Asl partenopea. A Torino dice di "no" uno su quattro, e siamo al 25%. In Umbria si viaggia a mille disdette al giorno. Le dosi rimangono nei frigoriferi e gli anziani continuano a morire. Antonio Brambilla, direttore generale dell'Ausl di Modena, è quasi soddisfatto di fronte a un 10% di rifiuti verso il vaccino di Oxford, e questo la dice lunga sulla psicosi in corso. Il vaccino è inglese, eppure con qualche decina di milioni (pare 70) il brevetto poteva essere italiano. Il presidente di Irbm di Pomezia (l'azienda che ha partecipato alla creazione del farmaco), Piero Di Lorenzo, ha affermato a "Porta a Porta" che l'esecutivo era stato sollecitato a prendere contatti con l'Università di Oxford per diventare comproprietario del vaccino.

 

 

 

L'errore sul brevetto

E però dalla risposta all'interrogazione presentata da Fdi, ha evidenziato il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, risulta che nessuno al governo fosse «a conoscenza dei fatti». «Delle due l'una», ha sottolineato il parlamentare, «o Di Lorenzo ha mentito e aspettiamo di vedere la querela nei suoi confronti, o Conte e Speranza devono chiarire l'ennesima prova di incapacità». Duro anche il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè (Fi): «Non investire nel brevetto è stato un errore fatale».

 

 

 

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