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Treviso, scivola in casa in smartworking e l'Inail la risarcisce con 20mila euro: il caso che diventa un precedente

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20 mila euro per essere caduta dalle scale. È questa la cifra che si è vista recapitare una 50enne di Treviso. La donna stava svolgendo il turno in smart working quando durante una telefonata con un collega di lavoro (utilizzando lo smartphone di servizio) è caduta dalle scale di casa provocandosi un paio di fratture. Dopo un lungo braccio di ferro con l'Inail, la signora è riuscita nell'impresa di farsi riconoscere l'incidente come infortunio sul lavoro.

 

 

Per questo l'impiegata amministrativa di un'azienda metalmeccanica, oltre ai giorni di malattia, avrà un risarcimento da capogiro per il danno biologico nonché visite e terapie gratis senza obbligo di ticket per i prossimi dieci anni. "È la prima volta che viene riconosciuto un infortunio sul posto di lavoro in modalità smart working", spiega la Cgil trevigiana sentita dal Gazzettino. Non è stato semplice però per la 50enne ottenere il denaro. Inizialmente infatti l'Inail non ha riconosciuto l'infortunio perché non riteneva ci fosse un nesso tra ciò che stava facendo la donna e le sue mansioni aziendali.

 

 

Vitale l'intervento del sindacato, che ha fatto ricorso amministrativo all'Inail, il quale, dopo la revisione, è tornato sui suoi passi. Il dettaglio che ha fatto la differenza è che la 50enne sia caduta durante la telefonata con un collega di lavoro. "Il ricorso che abbiamo presentato sta facendo scuola. L’Inail ha riconosciuto un nesso di causalità, dimostrando un atteggiamento di grande disponibilità. Questo precedente adesso farà diritto", ha concluso la Cgil dando il via a un precedente che avrà sicuramente ripercussioni. In tanti infatti da oggi potranno lavorare tranquilli. Tanto paga l'Inail.

 

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