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Immigrazione, le intercettazioni choc delle Ong del mare: "I trafficanti non devono inviarci così tante persone"

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Nuove intercettazioni choc emergono dall'inchiesta di Trapani sulle Ong del mare. "La lezione appresa è che non si devono prendere mille persone. Ero fortemente tentata di parlare con le imbarcazioni di trafficanti e dirgli di non inviare così tanti (migranti) in una sola volta": questo, per esempio, è il commento scherzoso di Gillian Moyes, capo squadra di Save the children a bordo di nave Vos Hestia di fronte alla Libia. Il messaggio risale al 28 giugno 2017. Tra le carte dell'inchiesta, inoltre, ci sono anche le chat delle Ong in cui si parla di collusione tra la Guardia costiera libica di allora e i trafficanti. 

 

 

 

Un'altra intercettazione choc risale sempre al 2017: Paolo Alfonso Rino Russo, uno dei 24 indagati e comandante di Vos Hestia, non sapendo di essere intercettato, dice: "Vedi i motoscafi? Vanno vicini ai gommoni, si avvicinano e vanno via, forse prendono… gli scafisti. Procedono velocemente, ma se guardi la costa è piena, in questa direzione è piena". Come riporta il Giornale, inoltre, le Ong del mare "fornivano informazioni false al Centro di soccorso di Roma e imponevano l’omertà con la polizia". Lo avrebbero fatto per farsi incaricare dalla Guardia costiera italiana del “soccorso” dei migranti e per coprire gli scafisti.

 

 

 

Tra i documenti dell'inchiesta c'è anche un filmato che riprende un'interazione tra l'equipaggio della nave Juventa e un barchino di trafficanti. Nel fotogramma di un altro video, poi, si vede uno scafista al timone di un gommone carico di migranti che veniva "coadiuvato dagli operatori dell’organizzazione (Save the children) nella distribuzione dei giubbotti salvagente". La conclusione della Procura di Trapani è questa: l'obiettivo delle grandi Ong era quello di ottenere una "maggiore visibilità pubblica e mediatica, con conseguente incremento della partecipazione - anche economica - dei propri sostenitori".

 

 

 

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