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Coprifuoco "illegale", lo studente che fa cancellare le multe: beffati i dpcm

Antonio Rapisarda
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Una multa annullata che vale tantissimo: «La difesa del diritto e del principio di libertà contro l'arbitrio». Artefice è stato Marco Dialuce, giovanissimo studente di Giurisprudenza (al secondo anno) che è riuscito a farsi accogliere il ricorso dal giudice di pace di Camerino a difesa di un suo amico, multato in provincia di Macerata per violazione del coprifuoco ispirata da un gesto d'amore: uno spostamento di poche centinaia di metri per andare a trovare la propria fidanzata.

 

 

 

Marco, la tua impresa ha fatto il giro del web. Sei il "non avvocato" del momento.

«L'emozione è tanta. Ciò che mi onora di più è che con il mio gesto è come se ci sia stato un sussulto per tanti italiani che vogliono tornare a vivere e prosperare. Naturalmente rispettando le norme. Si deve fare».

Raccontaci come è stato possibile.

«Mi sono messo all'opera e ho semplicemente redatto un ricorso scritto per il mio amico, andando a scartabellare l'infinità di dpcm e decreti legge emessi fino ad oggi».

E così hai sconfitto la misura più odiata del momento: il coprifuoco.

«Naturalmente il giudice ha semplicemente letto il dispositivo in udienza con il quale disponeva l'annullamento della sanzione amministrativa. La sentenza deve ancora uscire ma posso dire su cosa ho fondato il mio ricorso. Prima di tutto sull'incostituzionalità del coprifuoco».

Non proprio un dettaglio.

«Si tratta di una misura restrittiva della libertà personale non consentita dall'articolo 13 della Costituzione, in quanto implica un obbligo di permanenza domiciliare che - è pacifico - nel nostro ordinamento è una sanzione penale. Ragion per cui, è incostituzionale disporre un coprifuoco attraverso un dpcm, che è un atto amministrativo gerarchicamente inferiore alla legge, ma sarebbe stato così in ogni caso».

Ossia?

«Spesso qualcuno obietta: "C'è lo stato di emergenza". Ma non è così! Perché la Carta prevede soltanto lo stato di guerra e perché l'emanazione dello stato di emergenza è stata illegittima, dato che il governo non ha ricevuto neppure una legge delega dal Parlamento ma ha proceduto grazie al decreto legislativo 1 del 2018, che però contempla la logistica di fronte ad eventi calamitosi: non esiste uno stato di emergenza sanitaria che permetta al governo di avere pieni poteri sui cittadini».

 

 

 

Ti senti un po' l'anti-Conte?

«Penso che un semplice gesto di un ragazzo ha dimostrato come possano essere deboli delle norme incostituzionali che fra l'altro non hanno alcun fondamento scientifico».

Uno studente di 21 anni ha potuto dove i soloni della Costituzione "più bella del mondo" hanno taciuto?

«In effetti non me lo spiego. Sono solo uno studente che ha tanto da apprendere. Ciò che ha fatto la differenza è stata la caparbietà. Ho contrastato questo provvedimento fin dall'inizio: perché temevo che sarebbe diventato la "norma", con il potere convinto ormai di poter vessare i cittadini».

A proposito: sia tu che un altro giovanissimo, Michele Dal Forno, il rider che a Verona non ha avuto paura di farsi sfregiare per difendere una ragazza, non vi siete voltati dall'altra parte.

«Non paragono di certo il mio atto con il gesto eroico di Michele che ha messo a repentaglio la sua vita. Sono d'accordo però che tutte e due le vicende possono rappresentare una risposta generazionale a questa resa incondizionata: sì esistono tantissimi giovani che vogliono essere fautori e non spettatori del proprio destino».

Ti sei conquistato pure una "copertina" sulla pagina Facebook della leader di FdI, Giorgia Meloni.

«Mi ha fatto molto piacere che Giorgia Meloni abbia condiviso la mia esperienza in quanto lei riveste un ruolo molto importante in questo momento delicato: è una voce coerente e ascoltata da tantissimi italiani perché è portatrice di quel buonsenso e di quella ragionevolezza di cui l'Italia ha davvero bisogno. A maggior ragione in questo periodo pieno di incertezze».

 

 

 

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