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Vanzago, il prete "no mask" rimosso. Sospetto: "Il Covid non c'entra, a cosa aveva detto no"

Claudia Osmetti
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Il prete viene rimosso e, nel Paese, scoppia il caso. Vanzago, Comune dell'hinterland milanese, 9mila abitanti. I fatti riguardano don Diego Minoni e, esattamente un mese fa, fanno il giro d'Italia. Perché don Diego non le manda a dire, neppure quando è sul pulpito. «Abbassatevi la mascherina, così ci capiamo meglio», «ci stanno inculcando il Covid nella testa per toglierci le libertà»: sono parole sue e bastano per etichettarlo come "prete no mask" e trasferirlo da un giorno all'altro. È metà aprile quando il vicario episcopale per la zona pastorale di Rho, nonché vescovo ausiliario, monsignor Luca Raimondi, comunica urbi et orbi la decisione: don Diego dovrà lasciare la chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano di Vanzago e mettersi a disposizione dei padri Oblati. Insomma, niente più omelie. Fine della storia? No. Perché da quel momento ad alcuni parrocchiani salta la pulce nell'orecchio. «Hanno ingigantito le sue dichiarazioni, le hanno usate in maniera strumentale» racconta, ad esempio, Giuliano Maggioni. Maggioni non è un fedele qualunque, fa l'avvocato e per don Diego (almeno finché il religioso è a Vanzago) segue alcune pratiche.

«C'è una piscina di proprietà della parrocchia» continua Maggioni, «ho visto io stesso le carte perché don Diego mi ha chiesto un parere, quando era qui». Il legale si riferisce alla piscina di Mantegazza, costruita negli anni Settanta, abbandonata nel 2012 e (quasi) venduta nel 2018: «Tre anni fa è stato siglato un accordo di vendita sufficientemente dettagliato. Diceva che l'immobile non era più a norma e lo descriveva come se fosse un rudere, fissando un prezzo già allora molto basso. Succede, tuttavia, che gli acquirenti, a oggi, non hanno ancora concluso l'acquisto. Nell'ottobre dell'anno scorso, invece, hanno chiesto informazioni per l'annullamento dell'agibilità. Don Diego mi ha domandato che fare, dato che un certificato in questo senso avrebbe fatto scendere il canone di vendita. Io lo ho sconsigliato dall'intraprendere questa strada». Suggerimento che, in effetti, il religioso avrebbe seguito: «Ma qui sono iniziati i guai», continua Maggioni, «abbiamo anche chiesto al Comune di Vanzago di restare fuori dalla questione, essendo una trattativa privata». La determinazione che annulla il certificato di agibilità arriva il 28 aprile scorso, dopo che don Diego se ne è andato.

Una coincidenza, tuttavia Maggioni (che, nel frattempo, non rappresenta più legalmente la parrocchia di don Diego) storce il naso. Chiariamo: il Comune di Vanzago, con due note esaurienti e molto dettagliate disponibili sul proprio sito web, nega risolutamente di «aver mai interferito con la compravendita della piscina di Mantegazza» e ricostruisce il procedimento «di natura prettamente amministrativa e tecnica» che si è trovato a trattare agendo «nel pieno rispetto della legge, delle procedure e delle parti e con estrema delicatezza e sensibilità». «Don Diego è stato allontanato dalla nostra parrocchia con la scusa di essere un negazionista del Coronavirus», chiosa Maggioni, «ma si è fatto troppo rumore su questo aspetto».

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