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Funivia Stresa Mottarone, rumors su un operaio indagato: "Non ha tolto il forchettone su preciso ordine"

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Nel mirino del pm per il crollo della funivia del Mottarone c'è finito adesso un operaio addetto alla manovra. Si tratta dell'uomo che la mattina del 23 maggio, giorno della tragedia, non avrebbe rimosso i forchettoni dai freni di emergenza su "ordine" di Gabriele Tadini, il caposervizio ora ai domiciliari. Dunque, al momento, le indagini si concentrano sulla decisione di tenere i forchettoni e sulla consapevolezza del dipendente che non li tolse.

Tutto è partito - come riporta TgCom24 - da un dipendente-testimone, il quale avrebbe messo a verbale il nome dell'operatore che due domeniche fa mantenne i ceppi sulla cabina 3 "su autorizzazione" di Tadini. Il testimone, inoltre, ha raccontato anche che il caposervizio avrebbe più volte discusso col gestore Luigi Nerini e col direttore Enrico Perocchio perché lui avrebbe voluto "chiudere" l'impianto mentre gli altri due si sarebbero rifiutati per "motivi economici". Si tratta, insomma, dell'unico teste che conferma la versione di Tadini puntando il dito anche contro i vertici. 

Il dipendente avrebbe descritto Tadini come "demoralizzato e turbato" in quei giorni, perché - a suo dire - lui avrebbe voluto interrompere l'attività della funivia per le anomalie ai freni, ma si sarebbe scontrato con Nerini che invece avrebbe fatto pressioni per non fermare i viaggi delle cabine. Le indagini, comunque, si starebbero concentrando anche sulle ultime conversazioni, via chat e via mail, tra Tadini, Nerini e Perocchio. L'obiettivo è quello di verificare se siano state date delle indicazioni sull'uso dei forchettoni per disattivare i freni di emergenza o sulle anomalie del sistema frenante.

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