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Coronavirus, Mario Ruocco morto a 15 anni "non solo per un caso". La dottoressa: sconvolgente verità sulla seconda ondata

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La morte di Mario Ruocco di 15 anni per Coronavirus è una tragedia, "ma non un fatto isolato". Il caso della più giovane vittima di Covid in Italia dall'inizio della pandemia ha sconvolto due comunità, quella di Modena e di Sant'Egidio del Monte Albino (Salerno), il paese di cui sono originari i genitori. Ma in generale sta facendo discutere l'Italia, compresi gli esperti. Il giovane non aveva malattie pregresse e la sua agonia, un calvario durato 3 mesi, con tanto di negatività raggiunta un mese fa, e anche per questo ancora più sconcertante. Il virus ha aggredito il suo corpo in salute, devastandone gli organi interni e anche una volta sparito ne ha compromesso le funzioni vitali.

 

 

 



"A giugno - ricorda il Quotidiano nazionale - c'era stata una piccola ripresa così l'8 era stato trasferito all'ospedale di Baggiovara, dove però l'adolescente si è spento martedì". Novanta giorni in terapia intensiva, praticamente dall'ingresso in ospedale, al Sant'Orsola di Bologna, alla fine. Fino a qualche mese, spiega la pediatra Elisabetta Scalera, Mario era un bambino privo di patologie, forte e felice. "Era nato prematuro con una sofferenza fetale, aveva problemi di carattere motorio che avevano richiesto una serie di interventi. Era stato molto seguito e aveva concluso il suo iter evolutivo diventando un ragazzone grande e bello, dolcissimo e dal cuore d'oro. Non aveva problematiche cardiache o polmonari; non era diabetico o iperteso quindi non rientrava tra i pazienti a rischio".

 

 

 


La seconda ondata, sottolinea la dottoressa, è risultata molto più aggressiva proprio per i più giovani: "In questa fase si sono registrati tremila casi di ricoveri ospedalieri in età pediatrica. Nella prima erano stati 388. Generalmente i bambini sono asintomatici e in quanto tali contribuiscono alla diffusione della patologia, spesso si ammalano con sintomi lievi, ma a volte purtroppo l'entità della sintomatologia è tale da richiedere il ricorso al pronto soccorso ed il ricovero". Di quei tremila ricoveri, molti sono proprio in terapia intensiva per Sindrome infiammatoria multisistemica. I soggetti deceduti nella fascia dei giovani sono stati 27 e proprio gli adolescenti usciti dal virus annoverano spesso sindrome da Long Covid, che comporta stanchezza cronica, mal di testa e difficoltà cognitive. In altre parole: Mario è stato uno dei più sfortunati, ma la sua non è stata una semplice "fatalità".

 

 

 

 

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