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Treviso, "quell'aeroporto va chiuso". Troppi uccelli, è panico: ecco cosa rischiano i passeggeri

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Sono troppi gli uccelli che sorvolano quotidianamente l'aeroporto di Treviso e che rappresentano un serio pericolo alla sicurezza. C'è infatti un esposto alla Procura di Treviso che lancia l'allarme, proprio sui sistemi di sicurezza dell'aeroporto di Canova. L'esposto è stato presentato agli inizi di giugno dal "Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale" dello scalo. Il reclamo è pervenuto in seguito alla firma sul piano di modifica da parte del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha posto come obiettivo temporale di adeguamento il 2030. Tuttavia, per essere attuativo il piano necessita anche della firma del ministro dei Trasporti Giovannini. 

 

 

Negli ultimi giorni è stata inoltre presentata una interrogazione a firma di alcuni consiglieri regionali. Secondo quanto riportato da il Fatto Quotidiano, il Comitato è preoccupato perché il "Canova", secondo la sua denuncia, avrebbe già un numero di voli superiori di quelli che potrebbe sostenere. L'aeroporto è infatti collocato tra una tangenziale e un fiume, in una zona densamente popolata da uccelli di vario tipo, tutti molto pericolosi per la sicurezza dei velivoli. Lo scalo "è confinato sulle direttive di atterraggio e decollo da una tangenziale SR53 e dagli abitati di Quinto di Treviso e Treviso", recita l'esposto, che elenca poi una serie di studi sui rischi collegati. 

Compreso lo studio del 2018 "Enac/Bsci Wildlife Strike", che rileva come soltanto a Canova "siano stati 'registrati', con 22.911 movimenti, 24 impatti totali, di cui 22 con volatiti e 2 con altra fauna selvatica (contro i 36 del 2017 e i 19 del 2016). Di questi impatti, il 17% è avvenuto con gabbiani reali, che sono di fatto un problema molto serio per la sicurezza aerea, vista la pericolosità della specie che è gregaria e pesante (1,1 kg). Tuttavia, "si osserva che la materia sopra illustrata non risulta essere stata oggetto di adeguata analisi ed approfondimento nello Studio di Impatto ambientale 'Strumento di pianificazione e ottimizzazione al 2030', studio che prevede un incremento del limite massimo/anno a 22.500 movimento aeronautici, rispetto al precedente limite di 16.300". 

 

 

Secondo il Comitato quindi, non sarebbe stato valutato in modo approfondito il rischio "wildlife-strike". La stessa Enac, viene rimarcato nell'esposto, afferma che "è ormai largamente documentato che l'ingestione di un uccello all'interno dei motori di un aeromobile o la compromissione delle strumentazioni di bordo portano a ingenti danni economici oltre che, nel caso più grave, di incidenti catastrofici". Per questi motivi, il Comitato chiede alla Procura "se non sussistano elementi per una sospensione del Certificato di Aeroporto rilasciato da Enac". 

 

 

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