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Anas, "IlTempo" rivela l'assalto all'ad Simonini per le strade siciliane: "Gli appalti arrivavano dal ministero delle infrastrutture"

Massimo Simonini

Andrea Giorni
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Di seguito pubblichiamo l'articolo de Il Tempo di sabato 26 giugno, titolato "Assalto sospetto ad Anas - L'ad Simonini sulla graticola per le strade siciliane. Ma gli appalti arrivavano dal ministero delle Infrastrutture".

 

Se fai il tuo dovere paghi. Succede in Italia, sede dell'Anas. Dove c'è un amministratore delegato nell'occhio del ciclone per aver seguito le direttive del governo. È Massimo Simonini il protagonista della storia, al quale rimproverano - informandone falsamente il premier Mario Draghi - di aver speso soldi su cui non ha invece mosso un dito. Il tutto per sostituirlo con qualche Carneade più gradito nei palazzi del potere.

La vicenda riguarda due importanti vie di collegamento, la Ragusa-Catania e la Orte Mestre. In particolare il primo collegamento viario autostradale era affidato in concessione alla Sarc. Al Ministero spettava il controllo. Ma a causa degli oneri finanziari e i ritardi del governo, nel luglio 2019 il ministero delle infrastrutture in contrasto con la volontà della stessa Sarc decide di passare all'Anas l'intera opera, rimborsando di circa trentasei milioni di euro la concessionaria. Il tutto attraverso decisioni stabilite dall'esecutivo al tempo del Conte 1 con la successiva ratifica del Conte 2, attraverso deliberazione del Cipe. Ebbene, i detrattori di Simonini scrivono relazioni al premier per mettere in cattiva luce l'amministratore dell'Anas come se fosse stato lui a stabilire contratto e stanziamento economico. Comunque, della vicenda si è occupata anche l'autorità anticorruzione, l'Anac, che non ha sollevato obiezioni di sorta.

Altra questione quella della Orte Mestre, nella quale il ministero ha più volte sollecitato l'Anas a valutare la possibilità di realizzare direttamente progettazione, esecuzione e la gestione del corridoio di viabilità. L'Anas ha adempiuto alle richieste dell'esecutivo con un documento di analisi strategica dei possibili (e complessi) aspetti procedurali di ingresso nella società promotrice e di sviluppo dell'iter. Il tutto ora in una fase istruttoria presso il ministero che non ha assunto ancora le decisioni concrete sull'opera. Però mettono in croce il management Anas. Accanto a tutto questo si è sviluppata una durissima campagna di stampa per denunciare qualcosa di insostenibile: i soldi finiti alla concessionaria della Ragusa Catania (e magari la stessa storia poi per la Orte Mestre) per decisione di Simonini. Quando invece tutto è partito, carte alla mano, per decisione del ministero dell'Economia, con l'ordine di liquidare i privati.

Eppure, Simonini può raccontare di buoni risultati da quando è al vertice della società delle strade e forse proprio per questo viene messo in cattiva luce con Palazzo Chigi per evitarne la conferma. Ma sarebbe un grossolano errore che un premier accorto come Mario Draghi sbaglierebbe a compiere. Le stesse concessionarie delle due arterie contestano che ci siano stati favoritismi: tutto avvenuto in forza di precise disposizioni di legge recepite poi dal Cipe. Altro che società privata quella dell'imprenditore Vito Bonsignore - riuscita a farsi rimborsare con soldi pubblici per la Ragusa Catania mentre risulterebbero bloccati i fondi per la Orte Mestre: l'Anas - e non ci sono documenti a smentirlo - ha fatto semplicemente quello che le è stato detto di fare dall'autorità di governo. E diventa difficilmente comprensibile procedere a una sostituzione dei vertici a causa di scelte compiute invece dal governo in carica. Su tutto sta indagando anche la Corte dei Conti, ma la sensazione è che il macigno lanciato contro Anas tornerà indietro. Se il Parlamento, nel 2019, approve) nel milleproroghe la decisione di indennizzare i privati che uscivano dalla gestione autostradale, non lo si può contestare a chi eseguì le disposizioni.

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