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Vaticano, indiscrezioni: "Il concittadino del piddino Zan". Clamoroso contrappasso: ecco chi avrebbe diffuso la nota incriminata

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Luci e ombre sulla nota di opposizione della Chiesa al ddl Zan sull'omotransfobia. Secondo il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato e, di fatto, premier del Vaticano, "si trattava di un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica e non certo per essere pubblicato", ha spiegato in un'intervista ai media della Santa Sede. Secondo il Segretario non ci sarebbe quindi nessuno scandalo, visto che si tratta di un prassi prevista dal Concordato tra Stato e Chiesa. Un episodio analogo era già avvenuto nel 1970 ai tempi della legge sul divorzio, come ha ricordato anche Stefano Andreotti, figlio di Giulio: "Mio padre lo scrisse nei diari". 

 

Eppure, la nota verbale trasmessa dall'arcivescovo Paul Richard Gallagher, "ministro" vaticano che si occupa dei Rapporti con gli Stati, ha incendiato il dibattito attorno al disegno di legge che prende il nome dal deputato del Pd Alessandro Zan. Secondo quanto riferisce il Fatto Quotidiano, a tenere banco è stata in particolare la divisione tra clericali e progressisti all'interno del pontificato riformista di Bergoglio. Da una parte, cattolici come l'ex ministro Andrea Ricciardi, il fondatore della comunità di Sant'Egidio che, il 24 giugno a confidato a Repubblica: "Credo che la nota provenga da ambienti italiani della Segreteria di Stato". In un'intervista intitolata: "La nota non viene dal Papa". 

Opinione esattamente opposta quella di Giovanni Battista Re, decano del collegio dei cardinali, che al Messaggero ha detto: "Questo intervento non solo corrisponde al pensiero e al desiderio dei vescovi italiani, ma posso dire che non c'è alcuna contrapposizione con il Papa. So che la Segreteria di Stato ha agito con l'approvazione del Santo Padre". Il papa quindi sapeva, ma come ha detto anche Ricciardi: "Va detto però che è un passo riservato e che tale doveva restare nella sua sofisticata diplomazia". 

 

Il dubbio che rimane irrisolto è però sempre lo stesso: chi ha diffuso il documento top secret? Un indizio importante lo lascia trapelare Marco Tarquinio, il direttore di Avvenire, che ieri ha commentato: "Ho sempre detto di credere alle buone intenzioni dichiarate dall'onorevole Zan, padovano, guarda un po', come il giornalista che ha rivelato l'esistenza della riservata 'nota verbale'". L'autore dell'articolo apparso sul Corsera che ha svelato l'esistenza della comunicazione riservata è infatti Giovanni Viafora, concittadino di Zan. Repubblica è persino giunta a fare il nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, oltre a insinuare dubbi sulla Lega di Salvini. Tutte le strade portano comunque sempre a Padova: città natale di Casellati e dove ha lo studio legale Andrea Ostellari, relatore del ddl Zan al Senato. Chi e cosa si cela quindi dietro la misteriosa nota?

 

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