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Sara Pedri, la ginecologa scomparsa da 4 mesi? "Dove si sono fermati i cani": una pista terrificante

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Potrebbe essere vicino a una svolta il caso di Sara Pedri, la 31enne ginecologa di Forlì, in servizio all’ospedale di Trento, scomparsa il 4 marzo. Le ricerche si stanno infatti concentrando nelle acque del lago di Santa Giustina in Val di Non.  Dopo il ritrovamento dell'auto non lontano dal lago, i cani specializzati nella ricerca di resti umani e tracce ematiche, hanno fiutato qualcosa in un’area del lago.

 

 

I cani potrebbero però aver fiutato la presenza sì di un cadavere, ma non di quello di Sara Pedri: la zona è infatti tristemente nota per l'alto numero di persone che la sceglie per togliersi la vita. D'altra parte sempre i cani, dopo aver annusato alcuni indumenti di Sara, si sarebbero spinti fino all’imbocco della pista ciclabile della val di Sole, che si trova proprio all’inizio del ponte. I cani si sarebbero fermati proprio nei pressi del dirupo, ulteriore circostanza che lascerebbe pensare a un gesto estremo. L'idea che la dottoressa abbia deciso di togliersi la vita sembra prendere sempre più piede.

 

 

Alla scomparsa della  dottoressa sono seguite le denunce dei suoi familiari circa il clima pesante nel reparto di genecologia e ostetricia dell'ospedale Santa Chiara di Trento. Si è aperta così una pagina particolarmente delicata per la sanità trentina, con un'inchiesta interna all'Apss e, oggi martedì sei luglio. l'arrivo anche degli ispettori inviati dal ministero per indagare sulla situazione nel reparto. Sullo sfondo del caso anche il "giallo" sulle dimissioni del direttore generale dell'Azienda sanitaria. Ieri infatti è tornato il primario di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento Saverio Tateo, dopo il periodo di ferie deciso all’indomani dell’avvio dei lavori della commissione di inchiesta interna. Una presenza un po’ ingombrante, almeno secondo i legali cui si sono rivolte cinque ginecologhe attualmente in servizio nel reparto che venerdì hanno scritto all’Ordine dei medici, all’Azienda sanitaria sottolineando l’incompatibilità ambientale di Tateo in corsia.

 

 

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