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Sara Pedri, trasferito il primario di ginecologia: si faceva chiamare "sovrano illuminato". "Turni massacranti, minacce di morte"

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"Dalla documentazione emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessario, a partire da lunedì 12 luglio, il trasferimento del direttore dell’Ostetricia e Ginecologia di Trento ad altra unità operativa e di un altro dirigente medico ad altra struttura ospedaliera dell’Azienda sanitaria". Questa la decisione presa nei confronti di Saverio Tateo, e di una sua collaboratrice, dopo le conclusioni dell’inchiesta condotta da una commissione interna all’Azienda sanitaria trentina in seguito alla scomparsa di Sara Pedri, ginecologa 31enne di Forlì scomparsa il 4 marzo nei pressi di Cles. 

Sono state le accuse di mobbing rivolte dalla famiglia di Sara a puntare l'obiettivo sulle condizioni in cui lavorava la ragazza scomparsa. "Turni massacranti, abusi di potere e minacce continue", queste le accuse fatte dalla Pedri prima di scomparire "che sono poi state supportate dalle testimonianze di diversi professionisti che hanno lavorato negli ultimi anni in quel reparto", ricorda il Corriere della Sera. Nessuna traccia però ancora di Sara, a parte la sua auto, rinvenuta vicino al ponte di Mostizzolo sul torrente Noce, con il suo cellulare dentro in Val di Non e tra i familiari si teme il peggio.

L’Azienda sanitaria ha nominato una commissione interna ad hoc proprio per indagare sul caso. Il primario Tateo è stato così trasferito "al fine di tutelare la serenità delle pazienti, di tutti gli operatori coinvolti e a salvaguardia del buon funzionamento del reparto. La direzione generale invierà gli atti della commissione di indagine all’Ufficio procedimenti disciplinari per l’attivazione del relativo iter. L’unità operativa del Santa Chiara è stata affidata al direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Rovereto che guiderà il reparto a scavalco", si legge nelle conclusioni dell'inchiesta. Si è anche conclusa  la visita degli ispettori mandati dal ministro della Salute Roberto Speranza. 

Nel faldone documentale degli ispettori ministeriali è finita anche un’e-mail, che Sara avrebbe scritto al suo responsabile per annunciargli l’intenzione di lasciare l’incarico di dirigente medico dal Santa Chiara, che inizia con l’appellativo "Sovrano illuminato", il che suggerisce il clima di sottomissione che la dottoressa respirava sul luogo di lavoro, "L’esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d’ansia a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire. Sono partita con molto entusiasmo, non ho mai detto di no, nonostante i molteplici imprevisti e dei progetti incivili. È una situazione più grande di me", aveva scritto proprio la dottoressa prima di scomparire.

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