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Coronavirus, la Farnesina avverte chi viaggia all'estero: "Si rischiano costi aggiuntivi"

Luigi Di Maio  

Mauro Frasca
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Lo ripeteva da un po' di tempo e ieri la Farnesina ha mandato un avvertimento ancora più forte: viaggiare all'estero comporta un rischio sanitario e di costi aggiuntivi. È stata l'Unità di Crisi a mandare un avvertimento particolarmente pesante, a una società che stava organizzando viaggi per centinaia di giovani. «Qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio sanitario», ha scritto a una società che ha organizzato un viaggio in Grecia, con partenza il 23 luglio, di 400 ragazzi italiani. «In molte isole greche, inclusa Corfù, la presenza di stranieri risultati positivi è significativa e sta comportando rallentamenti e difficoltà alle autorità sanitarie locali nel reperire alloggi adeguati nei Covid-hotel».

 

 

In queste settimane sono stati diversi i casi di viaggi organizzati all'estero che hanno costretto ragazzi e ragazze minorenni a rimanere, senza che le autorità italiane potessero fare qualcosa, in strutture adibite alla quarantena in Paesi esteri. Trecento ragazzi si erano ritrovato ad esempio bloccati a Dubai per il riscontro di 11 positivi che, nel giro di poche ore, si erano trasformati in un maxi focolaio di 200 persone, dopo essere partiti il 30 giugno con un viaggio organizzato da Inps e il tour operator Accademia Britannica,. Quindici adolescenti si erano visti rovinare un viaggio per festeggiare la maturità sull'isola greca di Ios, perché in cinque avevano contratto il Covid. Il 10 luglio altri 150 italiani erano stati sottoposti a una quarantena forzata a Malta a causa di un altro focolaio.

 

 

«Ogni spostamento comporta rischi sanitari», aveva già avvertito una nota del ministero degli Esteri. In questa ultima comunicazione si sono invitati gli organizzatori a informare «anche i familiari dei ragazzi» dei rischi e «dei possibili costi aggiuntivi» che potrebbero essere legati a questi viaggi. Nel caso infatti che il test molecolare o antigenico per l'ingresso in Italia non desse risultato positivo non sarebbe possibile viaggiare con mezzi commerciali e si sarebbe soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova. Pochi giorni fa, sempre il ministero degli Esteri aveva raccomandato «di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all'estero, nonché di dotarsi di un'assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a Covid-19». Anche in caso di green pass che attesti un ciclo di vaccinazione completo, molti Paesi europei chiedono comunque tamponi all'ingresso. Ciò sta scoraggiando sempre più gli italiani a partire per l'estero. Secondo la Fiavet, Federazione italiana associazioni imprese viaggio e turismo, solo nell'ultima settimana si è registrato un calo di ben il 50% delle richieste di prenotazione. Sia per l'estero, sia per l'Italia. Ciò in un contesto in cui gli italiani che avevano deciso di fare vacanze all'estero erano comunque pochi: sempre secondo i dati della Fiavet, appena un 15 per cento di prenotazioni sul totale. 

 

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