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Attacco hacker in Lazio, è soltanto l'inizio: colpiti altri bersagli, nelle prossime ore scopriremo chi

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L'attacco hacker alla regione Lazio sta mettendo in seria difficoltà la campagna vaccinale dell'intero territorio. Milioni di dati sono finiti nelle mani di criminali internazionali, che hanno bucato il server del Lazio e hanno criptato tutto, anche le copie di backup che esistevano. Adesso, però, per restituire tutto chiedono soldi. Si tratta di una cifra che, come scrive Repubblica, oscilla normalmente tra i 500mila euro e i dieci milioni. Le istituzioni, però, non hanno nessuna intenzione di pagare il riscatto.

 

 

 

La procura di Roma, intanto, aprirà oggi il fascicolo d’inchiesta e ipotizzerà i reati. Mentre il Copasir, sempre oggi, sentirà la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Stando alle prime indiscrezioni, non si sarebbe trattato di un attacco di uno Stato straniero. Inoltre non sarebbe stato nemmeno un attacco particolarmente sofisticato dal punto di vista tecnologico. Gli esperti, però, spiegano che per ripartire — se si dovesse ripartire — serviranno giorni, forse settimane. E intanto le vaccinazioni riprenderanno con un sistema cartaceo. Da un'informativa dell'intelligence, inoltre, emerge che l’attacco sarebbe partito da una società esterna che fornisce servizi informatici alla regione Lazio. E ad altre importanti aziende italiane: almeno quattro sono state colpite da venerdì sera a oggi. Ma il rischio è che si tratti solo dell'inizio: altre ne verranno fuori nelle prossime ore. A quanto pare, nel server della Regione di Nicola Zingaretti sono arrivati sfruttando le credenziali di un dipendente di Frosinone di "Lazio Crea", che ha lasciato il suo computer acceso.

Ad essere stati colpiti sono stati i server che erogano servizi: prenotazioni vaccini, certificati, Green Pass. È lì che il trojan ha cifrato i dati. E, come scrive in una relazione l’intelligence, "i dati criptati non hanno ulteriori backup e pertanto se non si recupera la chiave non potranno essere ripristinati". Il rischio, insomma, è quello di perdere tutto. Tra le ipotesi spuntano la pista no vax e quella di una talpa. Il timore è che l’aggressione possa salire di livello e quindi che i dati sanitari della classe dirigente italiana possano essere venduti all'asta sul mercato nero.

 

 

 

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