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Elvy Bentani, il sindaco più a destra di Lega e FdI: 3 milioni per il sistema di videosorveglianza

Caterina Maniaci
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Una strada quasi diritta che taglia in due il paese, la chiesa con il suo campanile che punta verso il cielo e che si vede a distanza nella pianura, tra campi, capannoni, case, giardini, e ancora campi, filari e lontano lontano un bagliore che potrebbe essere persino il mare. Questo è Solesino, paese della bassa padovana, 7000 abitanti su un territorio di circa 10 chilometri quadrati. Un paese che assomiglia a molti altri, eppure con una storia tutta sua, come quella di molti altri, piccoli mondi unici che fanno ricordare i tempi di Don Camillo e di un'altra "bassa", quella lungo il Po.

Solesino ora si appresta a raggiungere un record che la rimette al centro della ribalta. Lo è stata a lungo per la sua fama legata alla presenza di ambulanti, giostrai e borseggiatori. Ora invece diventa la capitale delle telecamere in azione. Infatti per l'amministrazione, guidata dal sindaco Elvy Bentani, esponente di una lista civica di centrodestra "dissidente", questo diventerà il comune più sicuro d'Italia, visto che sarà in azione praticamente una telecamera ogni 46 abitanti. Proiettando così Solesino al primo posto in Italia per telecamere proabitante e secondo in Europa dopo Londra, la quale detiene il record mondiale con una telecamera ogni 21 abitanti. Braccio di ferro, dunque, tra Solesino e Londra per il primato continentale.

 

 

 

 

Un progetto dall'investimento totale di poco meno di 3 milioni di euro. «Un vero e proprio grande fratello che monitorerà tutti gli accessi del parse con varchi di lettura targhe», aveva spiegato con grande soddisfazione il vice-sindaco nonchè assessore alla Sicurezza e Videsorveglianza, Orfeo Dargenio, ideatore del progetto. Il sindaco, intanto, si è già guadagnato le varie etichette di «sindaco del mitra», «sindaco sceriffo» e così via, proprio per le sue posizioni molto nette sulla questione della sicurezza, proclamando in faccia ai detrattori: «Così i ladri andranno nei Comuni vicini. E non c'è pericolo per la privacy, non spieremo certo le coppie che si appartano». Non tutti esultano, né credono che si tratti di un primato di cui andare fieri. Per esempio sono critici gli esponenti di Lega e Fratelli d'Italia, che parlano di eccesso di legittima difesa tecnologica. Così è rissa all'interno del centrodestra. Del resto Bentani si è presentato a capo della sua lista civica promettendo che avrebbe blindato e reso sicuro il paese.

 

 

 

Altri pensano che esista una certa ironia della sorte nella trasformazione di Solesino in paese più telesorvegliato d'Italia e quasi d'Europa perché a lungo invece è stato considerato un paese ad alta densità di persone dedite al furto o comunque abituate a vivere di espedienti. Probabilmente perché era luogo di incontro e di passaggio di ambulanti e nomadi, e dunque come spesso accade in paesi del genere la cattiva fama era assicurata. Seggiolai, stagnini, giostrai, artisti di strada, gente guardata con sospetto, eppure anche accolta con gioia, perché la loro presenza significava feste paesane, fiere, sagre. E con loro anche ladruncoli vari. Solesino, del resto, è stata la vera capitale del commercio ambulante nel Veneto meridionale, come scrive lo studioso Dario Toffanello.

Bisogna anche ricordare che il sindaco, appena indossata la fascia tricolore, ha sottoscritto con una compagnia d'assicurazione un accordo per assicurare tutte le famiglie del suo comune contro il furto. La polizza è gratuita per i cittadini, il costo è di tre euro a famiglia, si ricevono fino a mille euro in caso di furto. La decisione è stata presa dopo che una banda aveva realizzato una decina di furti. E il primo cittadino aveva subito tuonato: «In un'abitazione i ladri sono entrati mentre i residenti stavano cenando. È una situazione intollerabile. Non dovrebbe esistere l'eccesso di legittima difesa: se un ladro entra in casa nostra in piedi, dovrebbe sapere che potrebbe uscirne steso». Dai ladri alle telecamere, poi, il passo è stato breve. 

 

 

 

 

 

 

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