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Filippo Sagona, "solo una febbre"? Long-Covid, il dramma: vita rovinata, com'è ridotto un anno dopo

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Dopo il Covid un incubo. Filippo Sagona non si è ancora ripreso. Proprio lui che durante la prima ondata ripeteva che "Tanto è solo una febbre”, "Tanto poi passa", "Colpisce gli anziani". Filippo infatti da un anno lotta contro sintomi pesantissimi, dolori, difficoltà respiratorie, problemi di memoria, sbalzi di umore, e, soprattutto, l’ossigeno sempre con sé.

 

 

Sagona passa gran parte delle proprie giornate all'interno dell’Unità Operativa Cardiovascolare per la riabilitazione e le terapie allo scopo di capire quando potrà mai guarire. "Un limbo maledetto", lo definisce, in cui c’è anche la paura di uscire da casa "perché riprendere il virus per me sarebbe letale". La sua condizione infatti non gli permette ancora di vaccinarsi nonostante il suo desiderio di ricevere la dose contro il coronavirus. Come lui sono in tantissimi a soffrire il cosiddetto long-Covid.

 

 

"È una patologia nuova – spiega il dottor Filippo Sarullo – di cui stiamo imparando a conoscere oltre la fase acuta, le sequele, anche gravi, che possono colpire fino al 40 per cento dei pazienti Covid". Non solo, perché tutte queste sequele gravano sulle condizioni di vita dei soggetti colpiti, "sia fisicamente che psicologicamente". Proprio come è accaduto a Sagona, da un anno alle prese con un virus altamente insidioso. 

 

 

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