Capodanno, parla Massobrio:
"Basta cenoni da dopoguerra"
Parla chiaro Paolo Massobrio, noto critico enogastronomico, autore del recentissimo libro "Adesso, 365 giorni da vivere con gusto". Riguardo alle usanze tipiche dei moderni cenoni di capodanno, non le manda a dire. Bacchetta il mangiare tanto e di scarsa qualità e spiega perché "il mangiare tanto per mangiare" non sia cosa buona et giusta. Ed invita a gustare la tavola come momento di condivisione e non, solo, di individuale masticazione. «Siamo fermi al dopoguerra - scrive Massobrio - ai modelli del mangiare tanto per esorcizzare la fame, ma oggi se c'è una guerra è quella contro il disordine che noi stessi abbiamo creato siamo in una società ipernutrita, grassa e senza tante idee». Sotto accusa, secondo Massobrio, da un lato lo spreco «giacché non tutti sono in grado di sopportare i cenoni di una volta», dall'altro la solitudine «perché anziché proporre momenti di festa, si invita a stare a tavola per ore, masticando» e poi il fatto che menù così abbondanti come quelli proposti per la notte più lunga dell'anno, «infilano una serie di prodotti che nulla hanno a che vedere con la stagionalità tanto che è possibile trovare involtini di asparagi, che crescono ad aprile, accompagnati e fragole in tutti i modi che però da noi arrivano solo a maggio». Il noto critico, collaboratore de La Stampa e di Avvenire, è un cultore del buon cibo e del bere intelligente. Per un cenone come si deve, ma senza esagerare, ecco quindi che si possono seguire i suoi consigli sul sito www.clubpapillon.it.