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Multe, ecco quante non ne vengono pagate in Italia: le cifre di un disastro unico al mondo

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A.Z.
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Il settore delle multe stradali rappresenta in Italia una «vera e propria giungla», anche a causa della scarsa trasparenza da parte degli enti locali, che per legge sono tenuti a rendicontare ogni anno al Governo gli importi incassati delle contravvenzioni elevate per violazioni al Codice della strada e a dichiarare quanti di questi derivino dagli autovelox. Lo sostiene il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, Simone Baldelli (FI), che da tempo ha lanciato una crociata per garantire ai cittadini trasparenza sul fronte delle multe stradali e sulla corretta destinazione di questi introiti. «Non esistono dati ufficiali aggregati e analitici sui proventi incassati dagli enti locali - spiega Baldelli, che è anche componente della Commissione Trasporti della Camera - Ciò avviene nonostante la legge imponga a ciascuna amministrazione di consegnare al governo entro il 31 maggio di ogni anno una relazione telematica sugli introiti delle multe, anche quelle elevate tramite autovelox. 

 

Basti pensare che in base ai recentissimi dati forniti dal governo stesso, su un totale di circa 7900 comuni italiani, più di 1 su 3 (2.747) non ha fornito la rendicontazione sui proventi delle multe stradali relativi all'anno 2020. Nel corso dell'esame parlamentare dell'ultimo decreto in tema di trasporti è stato approvato un mio emendamento che da luglio 2022 obbliga il governo a pubblicare sul suo sito questi dati». Incrociando i dati si può intanto stimare che l'ammontare complessivo delle sanzioni stradali possa arrivare a superare in Italia i 3 miliardi di euro anno, ma solo una parte di questo "tesoretto" viene effettivamente incassato dagli enti locali (il 56% circa, pari a quasi 1,7 miliardi di euro). Nel periodo precedente la pandemia il Comune di Milano era quello che, grazie alle multe stradali, ha registrato gli introiti più alti, pari a circa 180 milioni di euro nel 2019; seguito da Roma (170 milioni), Torino (50 milioni), Bologna e Firenze (circa 47 milioni). Solo 36 milioni di euro i proventi incassati a Napoli. Ad alimentare il business delle multe i famigerati autovelox: 2,5 milioni le contravvenzioni solo per violazione dei limiti dei velocità (dati Aci-Istat 2019) che sarebbero elevate ogni anno. 

 

L'Italia vanta inoltre il primato europeo del numero di autovelox installati sulle strade: se ne contano oltre 8000 lungo tutta la penisola, contro i circa 4mila della Gran Bretagna, i 3.800 della Germania e i 2.400 della Francia. Sistemi di rilevazione a distanza della velocità troppe volte installati con lo scopo preciso di aumentare le casse delle amministrazioni locali, e non sempre infallibili: si pensi al caso della sanzione elevata ad Osimo (An) nei confronti di un automobilista multato perché viaggiava con la sua utilitaria alla velocità di 703 km/h, o all'autovelox di Este (Ro) che ha elevato una sanzione a un Fiat Fiorino che sfrecciava a 983 km/h. C'è poi l'automobilista che in provincia di Padova ha preso 4 multe in 4 minuti da diversi autovelox. Qualcosa però finalmente si muove e dopo quasi 12 anni di attesa il Governo si impegna a varare entro i primi mesi del 2022 il nuovo decreto che disciplina il corretto utilizzo dei sistemi di rilevazione a distanza, atteso dal 2010.

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