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Camilla Canepa non è tra i "morti per vaccino", il trucco-Aifa per escluderla: perché è un caso inquietante

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Camilla Canepa, la 18enne di Chiavari morta 16 giorni dopo aver ricevuto la dose di Astrazeneca, non sarebbe deceduta per colpa del vaccino. Il suo nome, infatti, non compare nel report dell'Aifa di farmaco-vigilanza sul vaccino. Nel documento, le morti direttamente collegate al siero sono solo 22 e tutte riguardano pazienti con più di 80 anni. Questo, come spiega il Tempo, potrebbe farci pensare che la sua scomparsa non sia stata considerata come un evento correlato all'iniezione del vaccino.

 

 

 

I periti della Procura, in realtà, hanno fatto sapere che la ragazza non soffriva di alcuna patologia, era sana e non aveva assunto farmaci che potessero interagire in maniera negativa con Astrazeneca. La sua morte, quindi, è "ragionevolmente da riferirsi a effetti avversi della vaccinazione', come si legge nella relazione consegnata dai periti ai pm e citata da La Verità. Come mai allora il nome della 18enne non compare nel report dell'Agenzia italiana del farmaco? Il problema nasce dal fatto che Camilla sia morta 16 giorni dopo il vaccino, mentre l'algoritmo di Aifa prende in esame solo i decessi avvenuti entro 14 giorni dall'iniezione.

 

 

 

"Tradotto in poche parole, è morta troppo tardi per essere considerata una vittima del vaccino - si legge su La Verità -. Ben 223 segnalazioni sono state escluse perché il decesso avveniva oltre le due settimane o perché non era possibile calcolare l'intervallo temporale tra la vaccinazione e il decesso.

 

 

 

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