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Ucraina, l'ambasciatore russo minaccia l'Italia: "Pensate a quel che fate"

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Salvatore Dama
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L'Italia condanna l'attacco russo all'Ucraina e intanto l'ambasciatore russo replica con insoliti toni minatori. Mario Draghi ha parole molto dure, parla di un'azione «ingiustificata e ingiustificabile». Alla quale il governo, in collaborazione con istituzioni europee e internazionali, darà una risposta immediata. Non con le armi, ovviamente. Ma facendo pressione sulla leva economica, con sanzioni severe. Le sue dichiarazioni non devono essere piaciute molte all'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov che, convocato ieri alla Farnesina, ha invitato il nostro Paese a «ponderare» le sue mosse, come avviene di solito nelle «relazioni bilaterali», e a «garantire la sicurezza dei cittadini russi qui». 

 

Parole che, fuori dal linguaggio diplomtico, trdiscono l'insofferenza russa per la posizione scelta dall'Italia di caldeggiare le sanzioni. Proprio su queste i leader si dividono, tra chi, come la Gran Bretagna, vuole intraprendere misure durissime e altri che immaginano punizioni meno drastiche. Che non rendano impossibile la riattivazione del canale diplomatico, quando i cannoni smetteranno di sparare. In più l'Italia si trova anche con una difficoltà oggettiva, rispetto agli altri partner, perché la nostra economia dipende per un 40 per cento dal gas russo. 

CONDANNA UNANIME
Gli appuntamenti istituzionali di Draghi cominciano alle 10, quando convoca il Comitato interministeriale perla sicurezza della Repubblica, a seguire riunisce il consiglio dei ministri. Dove è unanime la condanna verso l'aggressione. «L'Ucraina è un Paese europeo, una nazione amica», dichiara il premier al termine della riunione di gabinetto, «l'azione russa dimostra che il dialogo è impossibile. Putin metta fine allo spargimento di sangue e ritiri le truppe in modo incondizionato». La reazione della comunità internazionale non si farà attendere, assicura Draghi: ci sarà «un pacchetto di sanzioni molto dure, l'Italia è allineata con gli alleati». L'obiettivo è agire «per preservare l'integrità nazionale dell'Ucraina». Oggi il presidente del Consiglio riferirà davanti al Parlamento per aggiornare sulla situazione: «C'è grande preoccupazione per tutti i cittadini. Il governo intende lavorare senza sosta per risolvere questa crisi. Abbiamo accanto i nostri alleati, l'Europa, gli Stati Uniti. Insieme faremo tutto il necessario per preservare la sovranità dell'Ucraina, la sicurezza dell'Europa, e l'integrità dell'ordine internazionale basato sulle regole e sui valori da noi tutti condivisi». 

 

L'Italia, l'Unione Europea e tutti gli alleati chiedono a Putin di «mettere fine immediatamente allo spargimento di sangue e di ritirare le proprie forze militari al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina in modo incondizionato». Con gli alleati della Nato, prosegue Draghi, «ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell'Alleanza». Quanto succede in Ucraina «riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, la nostra democrazia». Il capo del governo parla degli italiani presenti in Ucraina: «La nostra ambasciata a Kiev è aperta, pienamente operativa e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in stretto coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela dei circa 2000 italiani residenti. L'ambasciata resta in massima allerta, pronta ad adottare ogni necessaria decisione». Al termine del consiglio dei ministri il Presidente del Consiglio giunge al Quirinale per partecipare alla riunione del Consiglio supremo di difesa convocato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo l'attacco russo all'Ucraina: «L'imposizione alla Federazione Russa di misure severe vede l'Italia agire convintamente nel quadro del coordinamento in seno all'Unione Europea», si legge nella nota diffusa al termine della riunione. 

COI LEADER G7
A seguire Draghi partecipa a due appuntamenti, prima in videoconferenza con i Paesi del G7, poi a Bruxelles, al consiglio europeo straordinario. I leader si dicono «sconvolti» e condannano «l'aggressione militare su larga scala da parte della Federazione Russa contro l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, diretta in parte dal suolo bielorusso». È quanto si legge in una dichiarazione congiunta dei leader dei Paesi più industrializzati del mondo. I leader del G7, tra i quali Draghi, hanno dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin ha «reintrodotto la guerra nel continente europeo» e «si è messo dalla parte sbagliata della storia». «Siamo uniti con gli alleati, tra cui la Nato, l'Ue e gli Stati membri, nonché l'Ucraina e rimaniamo determinati a fare ciò che è necessario per preservare l'integrità dell'ordine basato sulle regole internazionali».

L'Italia condanna l'attacco russo all'Ucraina e intanto l'ambasciatore russo replica con insoliti toni minatori. Mario Draghi ha parole molto dure, parla di un'azione «ingiustificata e ingiustificabile». Alla quale il governo, in collaborazione con istituzioni europee e internazionali, darà una risposta immediata. Non con le armi, ovviamente. Ma facendo pressione sulla leva economica, con sanzioni severe. Le sue dichiarazioni non devono essere piaciute molte all'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov che, convocato ieri alla Farnesina, ha invitato il nostro Paese a «ponderare» le sue mosse, come avviene di solito nelle «relazioni bilaterali», e a «garantire la sicurezza dei cittadini russi qui». 

Parole che, fuori dal linguaggio diplomtico, trdiscono l'insofferenza russa per la posizione scelta dall'Italia di caldeggiare le sanzioni. Proprio su queste i leader si dividono, tra chi, come la Gran Bretagna, vuole intraprendere misure durissime e altri che immaginano punizioni meno drastiche. Che non rendano impossibile la riattivazione del canale diplomatico, quando i cannoni smetteranno di sparare. In più l'Italia si trova anche con una difficoltà oggettiva, rispetto agli altri partner, perché la nostra economia dipende per un 40 per cento dal gas russo. 

CONDANNA UNANIME
Gli appuntamenti istituzionali di Draghi cominciano alle 10, quando convoca il Comitato interministeriale perla sicurezza della Repubblica, a seguire riunisce il consiglio dei ministri. Dove è unanime la condanna verso l'aggressione. «L'Ucraina è un Paese europeo, una nazione amica», dichiara il premier al termine della riunione di gabinetto, «l'azione russa dimostra che il dialogo è impossibile. Putin metta fine allo spargimento di sangue e ritiri le truppe in modo incondizionato». La reazione della comunità internazionale non si farà attendere, assicura Draghi: ci sarà «un pacchetto di sanzioni molto dure, l'Italia è allineata con gli alleati». L'obiettivo è agire «per preservare l'integrità nazionale dell'Ucraina». Oggi il presidente del Consiglio riferirà davanti al Parlamento per aggiornare sulla situazione: «C'è grande preoccupazione per tutti i cittadini. Il governo intende lavorare senza sosta per risolvere questa crisi. Abbiamo accanto i nostri alleati, l'Europa, gli Stati Uniti. Insieme faremo tutto il necessario per preservare la sovranità dell'Ucraina, la sicurezza dell'Europa, e l'integrità dell'ordine internazionale basato sulle regole e sui valori da noi tutti condivisi». 

L'Italia, l'Unione Europea e tutti gli alleati chiedono a Putin di «mettere fine immediatamente allo spargimento di sangue e di ritirare le proprie forze militari al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina in modo incondizionato». Con gli alleati della Nato, prosegue Draghi, «ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell'Alleanza». Quanto succede in Ucraina «riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, la nostra democrazia». Il capo del governo parla degli italiani presenti in Ucraina: «La nostra ambasciata a Kiev è aperta, pienamente operativa e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in stretto coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela dei circa 2000 italiani residenti. L'ambasciata resta in massima allerta, pronta ad adottare ogni necessaria decisione». Al termine del consiglio dei ministri il Presidente del Consiglio giunge al Quirinale per partecipare alla riunione del Consiglio supremo di difesa convocato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo l'attacco russo all'Ucraina: «L'imposizione alla Federazione Russa di misure severe vede l'Italia agire convintamente nel quadro del coordinamento in seno all'Unione Europea», si legge nella nota diffusa al termine della riunione. 

COI LEADER G7
A seguire Draghi partecipa a due appuntamenti, prima in videoconferenza con i Paesi del G7, poi a Bruxelles, al consiglio europeo straordinario. I leader si dicono «sconvolti» e condannano «l'aggressione militare su larga scala da parte della Federazione Russa contro l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, diretta in parte dal suolo bielorusso». È quanto si legge in una dichiarazione congiunta dei leader dei Paesi più industrializzati del mondo. I leader del G7, tra i quali Draghi, hanno dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin ha «reintrodotto la guerra nel continente europeo» e «si è messo dalla parte sbagliata della storia». «Siamo uniti con gli alleati, tra cui la Nato, l'Ue e gli Stati membri, nonché l'Ucraina e rimaniamo determinati a fare ciò che è necessario per preservare l'integrità dell'ordine basato sulle regole internazionali».

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