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Roma, sesso al liceo. Lo studente e la preside: "Mi aprì la porta in vestaglia trasparente..."

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La storia di Sabrina Quaresima, la 50enne preside del Liceo Montale di Roma accusata da un suo studente 19enne di averlo sedotto, sta scatenando i commenti e le fantasie pecorecce di molti italiani. Un lettore 56enne, imprenditore agricolo, ha però voluto difendere la dirigente scolastica raccontando a Leggo la propria esperienza personale, insieme pruriginosa e romantica. Nel suo passato sentimentale, spiega l'uomo, ben tre storie con altrettante presidi e professoresse, tra i 18 e i 25 anni. Roba da commedia sexy italiana anni 70, quella di Alvaro Vitali, Gloria Guida, Edwige Fenech. Ma tutto vero, non cinema. 

 

 

 

Il protagonista si chiama Luca e studiava da ragazzo in un liceo alla periferia Est di Roma. "I media hanno emesso la sentenza in fretta - sottolinea sul caso di Sabrina Quaresima -: senza freni, dubbi, remore, sensibilità, rispetto. Eppure non c'è un'indagine penale, ma solo un accertamento ministeriale. E tanto vociare pruriginoso". Nel caso del 56enne, specifica, era però "tutto diverso. C'era stata intesa, simpatia, rispetto, sesso. In un caso anche amore".

 

 

 

 

Ricca di dettagli piccanti la prima esperienza, la più significativa. "Era la prof d'inglese della mia classe che ricevette l'incarico di vicepreside vicaria". Dopo la maturità, per prepararsi all'Accademia di Modena, l'ambizioso ragazzo decide di farsi dare qualche lezione supplementare di inglese. Era il 1985. "Chiesi alla prof un aiuto e lei, all'indomani, mi invitò a casa alle 8.30 di mattina. È stata indimenticabile. Straordinaria, due lauree: Lettere e Lingue. Una bellezza sensuale, ricordava la Carrà". La ricorda come "mamma dolcissima e insegnante rigidissima. Le ero simpatico, era chiaro". 

La fatidica mattina, "suonai, mi aprì in camicia da notte trasparente, pantofole da casa e un profumo che non si scorda, tra mare e pineta. Sui libri restammo poco, sedemmo sul divano parlando quattro ore...". Niente sesso, però: "Ero di un'ingenuità pazzesca, una specie imbranato Dustin Hoffman ne Il Laureato. Mai vista da vicino una donna sino a quel momento . Discutemmo di innamoramento, ma tutto ruotava attorno a una questione: un diciottenne potrebbe avere una storia con una donna molto più grande di lui? Ci giravamo attorno...". Alla fine, a interrompere l'idillio, la telefonata della mamma che lo rivalevo a casa per pranzo. A quel punto la preside "divenne gelida in un istante. Mi disse che forse era il caso che andassi, mi accompagnò alla porta e mi chiese: 'Ora racconterai a tutti i compagni di classe che ti ho accolto in babydoll, vero?'. Sbottai così: 'Non lo farò mai perché sono innamorato di te. La vicepreside arrossì. Si avvicinò e disse: 'Non posso permettermelo, scus'a e mi congedò con un bacio tra labbra e guancia che non posso dimenticare". E sulla scia di questa vicenda, sensuale e dolcissima, oggi l'imprenditore agricolo invita la Quaresima a "tutelarsi il più possibile, è lei la parte lesa.". E del ragazzo che la accusa si limita a domandare: "L'audio chi lo ha tirato fuori?".

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