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Anpi, i partigiani sono spariti e non conoscono la bandiera italiana. Ma incassano: ecco quanto, le cifre

Andrea Cappelli
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Si chiama "Associazione nazionale partigiani d'Italia" ma su oltre 120.000 iscritti sono appena circa 4000 i combattenti che hanno vissuto in prima persona gli eventi della Resistenza. Gli altri ne hanno solo sentito parlare, a partire dal presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo, nato nel 1949. Avendo smarrito da tempo il suo scopo, oggi l'associazione combattentistica interviene sui temi più disparati: dall'accoglienza dei migranti alle battaglie per i diritti LGBTQI, potendo contare su cospicui finanziamenti statali. Già, una domanda sorge spontanea: quanto costa ai contribuenti il finanziamento delle iniziative degli autoprocramati "eredi dei partigiani"? In un documento pubblicato il 5 maggio scorso emerge che il ministero della Difesa ha stanziato, per il 2021, 1 milione e 700mila euro circa di finanziamenti "da erogare a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi" vigilati dall'ente di via XX settembre. Di questi, 1 milione di euro (lo stesso importo già stanziato nel triennio 2017 - 2020) è stato destinato alle "associazioni combattentistiche e partigiane": nello specifico, l'Anpi ha incassato 99.000 euro.

 

 




TRASPARENZA - Osservando lo storico dei contributi riportati nero su bianco nella tabella, dal 2013 a oggi l'Anpi ha ricevuto dal ministero della Difesa un totale di 900.000 euro, con una media di 100.000 euro all'anno di finanziamento. A questo si aggiungono - come riportato dalla stessa Associazione nella sezione "Amministrazione trasparente" del suo sito - 241.000 euro circa derivanti dal 5 per mille dell'Irpef relativi al 2020, incassati a ottobre dello scorso anno.
Se a questo aggiungiamo che la quota minima d'iscrizione all'Anpi varia dai 15 ai 20 euro se ne ricava che gli introiti derivanti dai tesserati si aggirano sui 2 milioni e 400mila euro l'anno. Il costo della tessera è forse dovuto al fatto che nel 2022 l'immagine di copertina è opera del vignettista Marco Dambrosio "Makkox", che ha raffigurato una piccola partigiana intenta a saltellare su un prato, scavalcando con un balzo un fez maleodorante: un capolavoro d'autore insomma.
Osservando le voci di spesa previste dall'Associazione per il 2022 stupisce la cifra destinata all'organizzazione del 17° Congresso: 459.961 euro. Insomma, scordatevi i vecchi congressi un po' ingessati di una volta, ora le cose si fanno in grande...
I finanziamenti che ogni anno vengono erogati alle sezioni locali dell'Anpi arrivano anche dalle amministrazioni comunali: stiamo infatti parlando di una realtà molto radicata sul territorio, comprendente più di 100 comitati provinciali, 1.500 sezioni, 17 coordinamenti regionali e 9 sedi dislocate in paesi esteri.

 

 

 

 

NELLE CITTÀ - Nel 2020 il Comune di Milano ha destinato 6000 euro al Comitato provinciale Anpi per la sua "attività annuale". Cifra, quest' ultima, di poco inferiore a quella stanziata dal Comune di Modena in data 30 aprile 2020: 7500 euro. Il Comune di Carpi, invece, ha dato prova di maggiore pragmatismo: oltre a destinare una quota annua di 4000 euro, nel giugno 2020 ha messo a disposizione dell'associazione anche uno sgabuzzino di 8 mq circa "per il ricovero degli attrezzi necessari alle opere manutentive". Oltre ai numerosi contributi sui cui l'associazione può fare affidamento ogni anno, a suscitare aspre polemiche negli scorsi anni sono state alcune prese di posizione a dir poco controverse come la presenza, nel 2019, del logo dell'Anpi di Parma in una locandina che pubblicizzava un convengo che metteva in discussione il dramma patito dai martiri delle foibe. Del resto, con tutti i fondi pubblici a loro destinati, quanto a iniziative i membri Anpi non hanno che l'imbarazzo della scelta: si può passare dall'adesione al Gay Pride a manifestazioni a sostegno dell'accoglienza dei migranti. Parafrasando un famoso canto popolare potremmo anche dire: "Una mattina/mi son svegliato/e ho trovato i contributi".

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