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Meteo e caldo, quale frutta sta per sparire dai supemercati italiani

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Un meteo impietoso e un'estate da incubo: per effetto di caldo e siccità da record, la vendemmia arriverà in anticipo di una settimana, sulle tavole degli italiani scarseggeranno meloni e cocomeri. L'allarme è di Coldiretti, che ha realizzato la "mappa della sete" in città e nelle campagne del nostro Paese. 

 

 

Autobotti chiamati d'urgenza in vari Comuni, razionamenti in case, orti e giardini, il Po in secca come mai negli ultimi 70 anni, i laghi svuotati e i campi arsi con danni alle coltivazioni per due miliardi di euro. Questo è il drammatico bilancio da Nord a Sud, con il taglio dei raccolti in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di tutto il suo potenziale alimentare per fare fronte agli effetti sui prezzi della guerra in Ucraina. Uno scenario rovente - si legge in una nota di Coldiretti - che peggiora con l'ondata di calore che porta le temperature sui 40 gradi con le falde sempre più basse mentre orti e giardini restano senz'acqua e in certi comuni viene razionata quella dei rubinetti. 

 

 

 

 

Dalla Lombardia alla Sicilia, dal Piemonte al Molise, dal Veneto al Lazio, dalla Toscana alla Puglia, lo scenario è quello di una "profonda crisi idrica". Per questo, sottolinea Coldiretti, "è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell'acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione". 

Nel breve periodo, però, non si potranno scongiurare alcuni pesanti effetti sulle abitudini degli italiani: "A preoccupare è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano che fa segnare quest'anno un calo del 15% delle rese alla raccolta, ma in difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l'alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere". Proprio per questo motivo, è particolarmente a rischio la produzione di albicocche, ciliegie, pesche e susine, così come pere e mele, mentre tra il 30 e il 40% di meloni e cocomeri dovrebbe sparire dai negozi.

 

 

 

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