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Acqua, scatta il razionamento? "Ecco dove e fino a quando": Italia, scenari estremi

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Siamo in una situazione "eccezionale" dovuta alla "concomitanza" di diversi fattori: "Sei mesi di scarsissime precipitazioni, temperature ben al di sopra della media e fusione precoce e totale della neve invernale sulle Alpi". Per questo, spiega Ramona Magno, responsabile dell'Osservatorio siccità del Cnr, in una intervista a Il Fatto quotidiano, possiamo andare incontro a un razionamento dell'acqua anche in autunno. "Può sembrare un paradosso, ma il problema della siccità si affronta quando piove, perché quando la crisi arriva, ormai è tardi. Siamo già nella stagione secca e il deficit idrico non verrà certo recuperato. Proseguirà anche in autunno", spiega.

 

 

Ora è necessario "sedersi intorno a un tavolo tra decisori politici e gestori delle risorse, per passare dalla gestione della crisi a quella dei rischi, agire prima. La siccità è lenta nel manifestarsi, ma prevederla si può", prosegue la scienziata: "Il Piemonte per esempio, la regione attualmente messa peggio, a partire da febbraio ha messo in campo azioni di risparmio idrico e di distribuzione dell'acqua, altrimenti sarebbe messa ancora peggio". 

 

 

Ma attenzione perché se "Piemonte e Lombardia sono già in sofferenza", sottolinea Romana Magno, "la crisi si sta rapidamente estendendo al Centro Italia". "Andranno prese decisioni anche drastiche, la quota idropotabile sarà l'ultima a essere limitata, ma se continua così il razionamento non è purtroppo da escludere. Ma quello che più mi preoccupa è l'effetto a catena". Questa "non è soltanto una siccità italiana. Portogallo e Francia sono più o meno nelle stesse condizioni, ma fenomeni siccitosi importanti si registrano anche in Nord e soprattutto in Sud America", conclude. "Qui la crisi idrica sta colpendo pesantemente i mercati della soia e del grano. Il mix concentrico tra guerra in Ucraina a Est e crisi idrica a Ovest e oltreoceano è potenzialmente devastante".

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