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Inverno al buio e bonus azzerati? Il governo pensi a chi produce e fa impresa

Giancarlo Mazzuca
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In questa estate sempre più sahariana, Il caldo divampa e l'acqua manca. Eppure Draghi sta già pensando al prossimo inverno. Negli ultimi giorni, infatti, il suo esecutivo ha messo a punto il piano di austerity per fronteggiare le temperature siberiane del prossimo Natale per via del gas di Putin che mancherà sempre di più e, senza grandi alternative, costerà come il caviale. Per non parlare della luce (con balzi anche del 600%). Come rimediare alle super-impennate? Palazzo Chigi, senza dover arrivare ai drastici razionamenti appena decisi in Germania, sta varando un "tot" di misure, dagli orari notturni limitati di riscaldamento dei termosifoni alle riduzioni imposte dall'alto delle temperatura per i caloriferi, in modo da contenere in qualche modo i costi energetici che stanno crescendo vertiginosamente. Ed è anche previsto un coprifuoco notturno dei lampioni nelle strade: al buio e al freddo.

 

 

Mai come oggi i problemi del signor Rossi debbono avere la precedenza assoluta, ma non dobbiamo neppure dimenticarci delle nostre aziende che sono sempre più in crisi, tra gli strascichi della pandemia ed i contraccolpi della guerra in Ucraina. Capita invece che, in questi giorni, gli imprenditori siano stati costretti a scendere nuovamente in campo perché, nell'ultimo decreto appena varato contro il caro-energia, il bonus previsto viene di fatto azzerato (o quasi) per una svista tecnica. Cosa è accaduto? È successo che, al "tetto" degli aiuti previsti, vengono inserite anche le agevolazioni già stanziate negli ultimi due anni a causa del Covid. In altre parole, dopo il danno, la beffa per il semplice motivo che gli ultimi sgravi rischiano così di essere, oggi come oggi, soltanto sulla carta per molte imprese.

 

 

Il governo - e di questo gli va dato atto - ha subito riconosciuto l'errore commesso e ha fatto anche sapere che correrà ai ripari a stretto giro di posta. Speriamo che sia vero perché, altrimenti, l'autunno che attende il "made in Italy" rischia di essere nero pece, anzi nerissimo. Tutti ricordiamo ancora gli autunni neri dopo la guerra del Kippur, ma quelli degli anni Settanta potrebbero essere - tocchiamo ferro - una sbiadita copia di ciò che, di questo passo, rischia di attenderci al rientro dalle ferie. Ecco perché Super Mario, invece di perdere tempo nell'estenuante ping-pong con "Giuseppi" e con tutti i grillini rimasti, dovrebbe concentrarsi al cento per cento sull'emergenza economica. Ma soltanto dopo avere tirato le orecchie a chi, nel suo governo, è appena scivolato sulla buccia di banana del bonus per le imprese.

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