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Fisco, "da dove arrivano questi soldi?": la domanda che stravolge i conti correnti

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Una svolta è stata segnata dalla Corte di Cassazione in materia di accertamenti delle imposte sui redditi. Come riportato da ItaliaOggi, che ha visionato quanto stabilito dalla Cassazione nell’ordinanza n.18245/2022 depositata in cancelleria lo scorso giugno, le Agenzie delle Entrate possono chiedere la provenienza dei soldi versati sui conti correnti a qualsiasi tipo di contribuente, anche ai dipendenti pubblici, ai cittadini privati e ai pensionati.

 

 

Accertamenti di questo genere sono ritenuti legittimi, a meno che non vengano fornite prove certe, precise e concordanti sulla provenienza delle relative somme imputate. Il caso trattato dalla Cassazione riguardava un accertamento fiscale basato su alcuni versamenti ingiustificati nei conti bancari di un contribuente. Prima di questa ordinanza, era opinione diffusa che gli accertamenti sui movimenti bancari potessero riguardare soltanto alcune categorie di lavoratori autonomi, come professionisti, imprenditori e società.

 

 

Rimanevano quindi fuori i lavoratori dipendenti, i privati e i pensionati, anche se in realtà potevano già essere chiamati a giustificare eventuali movimenti sospetti che non trovavano riscontro nei redditi dichiarati. Nel caso specifico, scrive ItaliaOggi, la Cassazione non ha ritenuto “adeguatamente provate” le vincite con cui il contribuente aveva giustificato i versamenti insoliti: aveva soltanto dimostrato gli accessi alle case da gioco, ma non le vincite.

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