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Tessere sanitarie, disastro totale: niente microchip. Cosa bisogna fare

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Le nuove tessere sanitarie non hanno il microchip. Dal ministero dell'Economia spiegano che mancano i materiali per la realizzazione dei circuiti integrati, quindi le carte nascono senza il cuore elettronico. Questo significa che diventa impossibile accedere ai servizi on line (per esempio, prenotare le visite, acquistare farmaci, fare i tamponi). Il governo, riporta Il Messaggero, ha trovato una sorta di escamotage, proponendo una via d'uscita piuttosto discutibile: consiglia di non buttare la tessera scaduta, perché può essere ancora utilizzata.

 

 

Ogni anno sono più di 11 milioni gli italiani che devono rinnovare la cosiddetta Carta dei servizi, perché, oltre a certificare l'iscrizione al servizio sanitario nazionale e mostrare dati come nome, cognome, data e luogo di nascita e codice fiscale, consente la gestione delle pratiche di identificazione e autenticazione online, dei servizi offerti sui portali istituzionali, la firma elettronica e la consultazione dei documenti disponibili sui canali della pubblica amministrazione. Ma quelli che l'hanno già gettata come fanno? Nessuno sa rispondere.

 

 

Sul sito del ministero dell'Economia è stata pubblicata una nota che spiega come la novità è dovuta alla "carenza di materiali semiconduttori per la produzione dei microchip, generata dalla grave crisi internazionale". Russia e Ucraina, coinvolte dal 24 febbraio in una guerra che sta sconvolgendo il mondo, sono ricche di palladio e neon, componenti indispensabili per le industrie che lavorano nell'ambito dei semiconduttori utilizzati anche per i chip magnetici. A questo si aggiunge la carenza di forniture di materie prime della Cina e da tutta l'Asia.

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