Cerca
Logo
Cerca
+

Ammiraglio Cavo Dragone, "navi e palombari schierati": siamo nel mirino

L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

  • a
  • a
  • a

L'allerta che si è scatenata a seguito dell'esplosione e delle falle che si sono aperte nel gasdotto Nord Stream nelle acque del Mar Baltico ha provocato un allarme a livello globale sulla vulnerabilità delle reti subacquee. E in Italia è subito scattato un piano per potenziare la difesa delle reti strategiche che attraversano il Mediterraneo e garantiscono risorse energetiche al nostro Paese. A riferirlo, in un'intervista a Repubblica è l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Difesa, che in realtà non è rimasto sorpreso dalla notizia: "Ci siamo resi conto da anni di questa minaccia, e ci siamo preparati ad affrontarla".

Così, insieme al ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è stato avviato il piano di protezione. "Abbiamo deciso di aumentare le misure per la tutela delle reti strategiche per l'interesse nazionale, a partire dai tre gasdotti che passano nel Canale di Sicilia. Due navi dotate di piccoli sottomarini teleguidati monitoreranno i punti chiave delle condotte: a bordo ci sono le squadre del Gruppo Operativo Subacquei". 

Si tratta dei palombari del Comsubin, uno dei reparti incursori più famosi in assoluto, maestri nel disinnescare ordigni sepolti nei fondali. Il sospetto che circola nei comandi Nato è che le cariche esplose nel Mar Baltico siano state piazzate dalla Russia con largo anticipo, così da rendere più difficile accertare le responsabilità del sabotaggio. Per questo motivo, ci saranno verifiche a campione lungo le infrastrutture che trasferiscono l'energia dal Maghreb verso le coste siciliane. La più importante è il Transmed: 380 km di tubature subacquee, che partono dall'Algeria e hanno un ruolo fondamentale per renderci indipendenti dal gas russo.

 

 

 

La missione è affidata al cacciamine Numana, che dispone di due robot telecomandati in grado di scendere a 600 metri di profondità, alla nave Anteo specializzata nei soccorsi ai sommergibili, e a tutta una serie di piccoli sottomarini, sonar e robot che scandagliano l'oscurità dei fondali e individuano ogni massa anomala fino a neutralizzarla. “Ma anche in superficie abbiamo intensificato la sorveglianza” rivela Cavo Dragone. "Dallo scorso febbraio le unità della Marina tengono sotto controllo tutti i movimenti della flotta russa" – spiega - "Ognuno dei loro pattugliamenti è stato contrastato dalle nostre forze armate, con un impegno che prosegue senza sosta: non li molliamo un attimo". Cavo Dragone è certo che la minaccia subacquea nel Mediterraneo “diventerà ancora più pressante, in tutti i suoi aspetti", per cui "non possiamo dare nulla per scontato, neppure nel Vecchio Continente". 

 

 

 

Dai blog