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Messina Denaro, interrogatorio inedito: "Chi sono davvero"

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Matteo Messina Denaro ha irriso i magistrati che lo hanno interrogato lo scorso 21 febbraio nell’ambito di un procedimento penale in cui è chiamato a rispondere di estorsione aggravata. Il boss mafioso è stato a tratti anche aggressivo, soprattutto quando gli è stato chiesto dei suoi beni patrimoniali: “Li avevo, me li avete tolti tutti e se comunque qualcosa ho, non lo dico. Sarebbe stupido”. 

 

 

La piega che avrebbe preso l’interrogatorio era chiara fin dall’inizio: “Mi chiamo Matteo Messina Denaro, lavoravo in campagna ed ero un agricoltore. La residenza non ce l'ho più perché il Comune mi ha cancellato. Ormai sono un apolide”. Il boss mafioso non ha ammesso neanche di avere dei soprannomi: dai suoi era comunemente chiamato U siccu o Diabolik. “Mai avuti - ha dichiarato - me li hanno attaccati da latitante i vari giornalisti, ma io nella mia famiglia non ho avuto soprannomi”. 

 

 

Messina Denaro ha risposto anche per quanto concerne le accuse di aver minacciato la figlia di un prestanome, Giuseppina Passanante, per riavere un terreno a loro intestato fittiziamente. Il boss mafioso ha affermato di essersi semplicemente limitato a scrivere una lettera per riavere ciò che era suo. Poi ha anche negato di appartenere a Cosa Nostra, che conosce soltanto per averne letto dai giornali. 

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