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Messina Denaro fregato dal sesso? Saviano, il sospetto sulle amanti

Roberto Saviano

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La lunga latitanza di Matteo Messina Denaro, poi scoperto a Castelvetrano - là dove è nato e cresciuto -, rimane un giallo. A dare una sua teoria degli errori del boss di Cosa Nostra ci pensa Roberto Saviano. Per lui "la regola è sempre la stessa: per prendere un latitante bisogna identificare chi gli porta il cibo, chi gli consegna i panni, chi lo sposta quando deve muoversi". Lo stesso vale per Messina Denaro. Il boss ha scelto come vivandiera Laura Bonafede, moglie di un suo killer, Salvatore Gentile, e figlia di un uomo d’onore responsabile di mandamento, Leonardo Bonafede. Eppure - si legge sulle colonne del Corriere della Sera - "Laura possiede un pedigree mafioso perfetto, avrebbe dovuto per questo motivo essere scartata come vivandiera perché non rispetta il codice dell’anonimato, dell’assenza di legami con uomini d’onore". 

 

 

Ecco dunque il primo errore. Ma non il solo. "Laura Bonafede - prosegue - lo assiste in totale tranquillità e nel tempo tra i due nasce una relazione. Questa è una debolezza: legarsi alla propria vivandiera perché la sua frequentazione smette di essere legata alla necessità e inizia a diventare condizione di volontà". Lo dimostrano le lettere che i due si scambiavano e in cui ci sono veri e propri messaggi d'amore. 

 

 

Poi, temendo nuove pressioni e le indagini in corso, Messina Denaro ha deciso di vivere nella casa del cugino di Laura, Emanuele Bonafede. Qui l'uomo vive con la moglie Lorena Lanceri. Una presenza che ha infastidito Laura. E infatti anche tra loro nasce una storia. Come testimoniato dalle missive. Eppure "la crisi che nasce con le vivandiere indebolisce il boss, esattamente come nella fenomenologia di tutte le relazioni d’amore, l’assenza si tramuta in rancore, la cura in rabbia, legarsi sentimentalmente alla vivandiera significa sottoporre il rapporto alle regole della passione". Insomma, il latitante "ha iniziato a violare le regole su cui si fonda l’edificio delle organizzazioni criminali italiane: non ragionare in altro modo che razionalmente e spietatamente". 

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