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Scontrino-scandalo per caffè, succo e acqua? Ecco cosa non torna

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Fa ancora discutere lo scontrino di un turista che ha pagato due bottigliette d'acqua 16 euro. Vi avevamo raccontato questa storia qualche settimana fa. La foto e il commento virale hanno fatto il giro del web: "Giro in centro in bici con pausa caffè a Como centro…e lo scontrino di Dubai", ha scritto il cliente sui social. Poi l'affondo col dettaglio del conto: "5 euro un caffè, 16 euro due bottigliette d’acqua da mezzo litro, un succo di frutta all’ananas sempre a 8 euro per 16 euro totali. Conto finale, quasi 30 euro. “Non ci volevo credere". Su quanto accaduto era intervenuto anche il consigliere regionale di Forza Italia, Sergio Gaddi: "La più fastidiosa difesa è la presunta giustificazione del listino prezzi esposto. Non esiste giustificazione per far pagare 8 euro una bottiglietta da mezzo litro d’acqua. Anzi, dico di più: così si getta discredito sull’intera città, a partire dai tanti esercenti che non se ne approfittano ma che poi finiscono loro malgrado nel calderone senza colpa".

Ora, sullo scontrino che ha fatto discutere, è intervenuto anche Fabio Fossati, ristoratore e membro del direttivo di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi Como): "La prima constatazione necessaria che va fatta è che il cliente dovrebbe sempre guardare in anticipo il menù o la carta dei prezzi esposta, o chiedere. Eticamente si può discutere sull’opportunità o meno di far pagare tali cifre per dell’acqua ma in concreto ciò che è fondamentale – soprattutto in luoghi come la città di Como meta sempre più ambita dai turisti e dove i prezzi posso subire oscillazioni particolari – è rendersi conto in anticipo di quanto si andrà a spendere”, spiega Fabio Fossati.

 

“Che i costi siano in costante aumento è un dato di fatto. Basta vedere, banalmente, quanto si paga una bottiglia d’acqua seduti al ristorante. Oggi, non solo in città ma anche in provincia, si possono spendere anche 4 euro a bottiglia”, prosegue Fossati che però vuole immediatamente evidenziare un elemento", ha affermato, come riporta Comozero. Infine aggiunge: "Magari ci può pure essere qualche esercente che se ne approfitta, la classica pecora nera. Non parlo nello specifico di questo caso ma di alcuni che provano a fare i furbi ma la maggioranza dei baristi e dei ristoratori lavorano sempre con la massima professionalità. Espongono i prezzi, che possono poi essere giudicati in vari modi, e seguono le regole. Il turista ma anche il semplice cittadino qualora dovesse imbattersi in prezzi che possono essere considerati eccessivi, deve rivolgersi altrove".  Ma in questa storia manca un tassello, a quanto pare il ciclista non avrebbe controllato il menù esposto: "Un menù fuori c’era. Non lo abbiamo guardato perché di solito vado lì quando mi alleno e faccio tappa a Como, non ho mai visto o pagato una cifra del genere. Parlo di quest’inverno, inizio primavera. Sarà perché adesso ci sono i turisti, capisco il guadagnare col turismo ma così è veramente troppo, una bottiglia d’acqua (bottiglia di plastica da 500ml, costo al supermercato 60centesimi) non può costare come un succo di frutta, otto euro".

 

 

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