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Frecce Tricolori, tragedia di Caselle: "L'unica soluzione"

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"Ho un problema al motore". Queste le parole del pilota delle Frecce Tricolori Oscar Del Dò, 35 anni, prima di staccarsi dalla formazione a triangolo appena decollata dall'aeroporto di Caselle a Torino direzione Vercelli, dove l'orgoglio dell'aviazione italiana era atteso per una esibizione. Il suo Pony 4 è rapidamente precipitato, mentre il pilota non poteva far altro che eiettarsi. Unica soluzione, perché a soli 6 secondi dalla partenza non c'è possibilità di manovra in caso di problema al motore.

Il velivolo si è schiantato in un rogo immenso su una strada vicina all'aeroporto torinese e in una sconcertante fatalità ha travolto l'auto su cui viaggiava una famiglia: mamma, papà e due figli. Il più grande, 12 anni, è ricoverato in rianimazione. La più piccola, Laura di appena 5 anni, è morta incastrata nei rottami, per la disperazione dei genitori. "Ho sentito un rumore immenso", ha avuto la forza di dire il padre, in lacrime. Una tragedia che ha sconvolto tutta l'Italia. 

Cosa ha mandato in avaria l'aereo di Del Dò? La prima ipotesi accreditata è stata quella del bird strike, vale a dire l'impatto con uno stormo di uccelli che ha reso ingovernabile il jet, un fenomeno che si verifica spesso nei pressi degli aeroporti. In quei casi, "con un monomotore non resta che eiettarsi - ha spiegato al Corriere della Sera l'ex pilola delle Frecce Simone Pagliani -. Purtroppo quando c’è un imprevisto in decollo, che sia uno stormo di uccelli o un problema al motore, cambia poco: una perdita di potenza in decollo, qualunque sia l’origine, ti lascia pochissimo tempo, la velocità è bassa, la quota è poca". Parole, queste, che dovrebbero zittire chi ha messo sotto accusa lo stesso pilota protagonista dell'incidente e ogni tipo di polemica politica, con la sinistra scatenata nel chiedere l'abolizione delle Frecce e l'annullamento di ogni tipo di esibizione acrobatica. 

 

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