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Roma cade a pezzi, ma Gualtieri va in piazza per dire no alle riforme

Roberto Gualtieri

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Sarà che all’ex ministro dell’Economia la talare da sindaco di Roma sta un po’ stretta. O che l’aria di elezioni europee lo invita a cavalcare le sue tradizionali piazze elettorali. Sta di fatto che Roberto Gualtieri non perde occasione per mettersi alla ribalta mediatica. Qualsiasi evento romano - che sia l’inaugurazione di una idropulitrice (Piazza Mazzini) o il disboscamento di un lungotevere abbandonato per anni- vale la pena per affacciarsi. Il Giubileo del 2025 è dietro l’angolo. Le elezioni europee a giugno ancora più vicine. Nel Pd romano l’ex ministro del Conte II si agita e si dimena per dire la sua. Ieri, ad esempio, si è lanciato in un sermone sulle riforme costituzionali.

«Dobbiamo scendere in piazza per difendere ancora una volta la nostra Costituzione repubblicana. Noi sappiamo che questa riforma costituzionale è inaccettabile», ha scandito Gualtieri, intervenendo al Circolo Pd di Testaccio insieme alla segretaria Elly Schlein per la presentazione della manifestazione nazionale indetta per l’11 novembre dal Partito democratico. «Questo governo sta facendo una scelta istituzionale antidemocratica che forse non è stata compresa fino al fondo nella sua gravità: io sento parlare di premierato, non c’entra niente, questa è un’altra scelta», ha aggiunto Gualtieri. Poi magari sarebbe il caso che si ricordasse anche di essere l’amministratore di una multinazionale da oltre 4 milioni di cittadini che vorrebbero strade pulite, marciapiedi dritti, autobus puntuali e cassonetti svuotati con puntualità Magari anche la bonifica di aree abbandonate.

A Monte Mario, collinetta della Capitale con un bosco che è una riserva naturale, hanno potato le siepi, salvo dimenticarsi di portare via gli alberi caduti da anni. C’è una comunità di sfollati che vive stabilmente tra il tribunale di Rima e Prati. Ma quando solo se ne parla parte un rimbalzo di responsabilità che meriterebbe un campionato di ping pong . Se poi i cittadini pagano le imposte comunali più alte d’Italia fa nulla, se le file in circoscrizione per avere la carta d’identità sembrano un evento di distribuzione gratuita di contanti, se gli ascensori per i disabili delle fermate della metro sono rotti da generazioni chi se ne frega. Sarebbe il caso di vedere il sindaco fare la fila a Termini insieme ai disperati pendolari e turisti che non trovano un taxi neppure a pagare oro. Se un politico si candida al Campidoglio è per cercare la ribalta mondiale. Se poi, talvolta, rammentasse che deve anche amministrare oltre a comparire a favore di telecamera sarebbe gradito. O forse anche no. 

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