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Torino, la terrorista che dirottò due aerei ospita ell'Università

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Ci sarà anche l’ex terrorista del Fronte popolare per la liberazione della Palestina Leila Khaled tra gli ospiti dell'università occupata di Palazzo Nuovo a Torino. Questa sera 16 novembre, come si vede dai manifesti, interverrà in collegamento con gli studenti pro-Palestina dopo essere intervenuta qualche giorno fa in un’iniziativa organizzata dai collettivi dell'università di Napoli.

"Da ieri è stata occupata dagli studenti, la sede storica dell’Università di Torino, a fronte di ciò che sta succedendo in Medio Oriente, per promuovere iniziative a supporto della Palestina e per esprimere una forte condanna nei confronti di Israele. Sarà ospite dell’Università Leila Khaled, ex terrorista, protagonista di due terribili dirottamenti di aerei di linea nel 1969 e nel 1970. Per di più annunciata come Dirigente del fronte Popolare per la liberazione della Palestina, considerata organizzazione terroristica dagli Stati Uniti d'America, dall'Unione europea e dal Canada. Tutto ciò è inaccettabile e occorre che le istituzioni intervengano a difesa della legalità", tuona Marco Scurria, senatore di Fratelli d'Italia

 

 

"La presenza di Khaled suscita sgomento e preoccupazione, soprattutto perché la sua partecipazione avviene in un’università, luogo di formazione culturale e di ideali. È necessario impedire questo tipo di pericolose iniziative per evitare che si divulghino messaggi errati che possano andare a incrementare le attività terroristiche di chi sta causando distruzione e morte in Israele, vittima da oltre un mese di gravissime barbarie", conclude il senatore.

 

 

Alla protesta di Scurria si unisce quella di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente Pd: "Chiediamo alle autorità competenti, dal Questore di Torino al ministro dell’Interno, se sia ragionevole che un personaggio, dal passato e dal presente assai discutibile, venga invitato a un evento pubblico e consentito di propagandare liberamente l’odio antisemita. Sarebbe quantomeno opportuno, invece, revocare l’invito all’attivista palestinese, già al centro di polemiche a Napoli qualche giorno fa per la stessa identica ragione. Dobbiamo evitare che i nostri Atenei si trasformino in palcoscenici per fomentatori di odio, come Leila Khaled, dove poter liberamente fare propaganda contro Israele".

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