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Kimberly Bonvissuto, scomparsa da una settimana: "Chi doveva incontrare"

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È trascorsa una settimana dalla scomparsa della 20enne Kimberly Bonvissuto dalla sua casa di Busto Arsizio. Tutti, mamma, papà, sorella, nonna e zie, sperano in un suo ritorno. La famiglia ha fatto sapere che si tratta di una ragazza tranquilla e che nessun tentativo di "fuga" c'era mai stato in passato da parte sua; nessun segnale di disagio o di malessere emerso nei giorni prima della scomparsa. La giovane aveva frequentato l’istituto alberghiero, poi si era dedicata a qualche lavoretto mentre era in cerca di un'occupazione stabile. Il padre vive a Gela, in Sicilia. 

Prima di uscire e non tornare più, Kimberly aveva detto alla madre che si sarebbe vista con sua cugina. In realtà, pare avesse un appuntamento con un ragazzo. Una versione concordata con la cugina per assicurarsi la copertura. Un ulteriore contatto solo più tardi, quando la ragazza chiama la mamma per dirle che cenerà fuori e rientrerà verso le 22. Da quel momento in poi più nulla. Quando la situazione si fa man mano più seria, la cugina svela il suo accordo con Kimberly.

 

 

 

Con sé la ragazza avrebbe solo il cellulare, spento da lunedì. Nessun bagaglio o vestiti di ricambio. Addosso una tuta grigia, giubbotto Colmar, scarpe nere. Intanto, le forze dell'ordine stanno vagliando filmati di telecamere pubbliche e private, chiamate, segnalazioni. Il padre, che nel frattempo è arrivato a Busto Arsizio dalla Sicilia, ha lanciato un appello alla figlia: "Kimberly, ti prego, se mi stai ascoltando, accendi il telefono. Chiamaci, facci sapere che stai bene. Stiamo morendo. Qualunque cosa sia successa l’affronteremo e la supereremo insieme. Ma, ti prego, facci sapere come stai: torna a casa". 

 

 

 

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