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La lezione del Mamiani: occupi? Paga papà

Lorenzo Mottola
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Al liceo Mamiani di Roma si consuma un piccolo scontro di civiltà. Da una parte c’è una preside, Tiziana Sallusti, la quale ha spiegato che se gli studenti non libereranno subito i locali della segreteria – occupati da otto giorni- il liceo non sarà in grado di chiudere in tempo le pratiche per riscattare 64mila euro di fondi legati al Pnrr. Dall’altra i “compagni” del collettivo studentesco, che per il momento hanno deciso di ignorare gli appelli della dirigente, ritenendo prioritario continuare la lotta per una scuola «transfemminista» e che «tenga conto delle linee di oppressione di genere classe e razza», come affermato in un comunicato dadaista. La sorpresa, però, sta nel mezzo, dove stavolta si trovano i genitori. E questo perché riguardo alle occupazioni il Mamiani da qualche anno ha varato una nuova linea di condotta. Se durante l’“attività rivoluzionaria” qualcuno danneggia qualcosa, il conto lo pagano le famiglie dei responsabili. Già lo scorso anno le classi erano state vandalizzate a la scuola aveva selezionato alcuni nomi per riparare.

 


Ai genitori era stato chiesto di scucire circa novanta euro. Nessuno aveva rifiutato. Questa volta, però, la partita si fa un po’ più complessa. Questa volta, soprattutto, la cifra potrebbe essere molto più fastidiosa. E chi glielo spiega a mamma e papà che devono tirare fuori migliaia di euro perché, continua il comunicato dei collettivi, «è impellente la necessità di decostruire la scuola attuale per realizzarne una che sia attraversabile da tutte le società», contro il ministero che «incoraggia e legittima una visione gerarchica e meritocratica della scuola». Perché la meritocrazia sarebbe un male.  La Sallusti ha scritto una lettera che qualcuno ha bollato come “minacciosa”, ma che sarebbe preferibile definire “perfetta”. Dice la preside: «All’Europa o al Mim non possono interessare le motivazioni sottese a una mancata rendicontazione. Ritireranno i fondi. Ho già parlato con gli occupanti che sembrano ben poco interessati a questo aspetto, sordi ad appelli e a ragionamenti pratici, in nome di alti ideali. Per questo mi rivolgo a voi, soprattutto ai genitori degli occupanti: fate ragionare i vostri figli». Come andrà a finire la vicenda? Le occupazioni scolastiche, lo sappiamo, sono quel rito di passaggio in cui gli italiani scoprono che nel loro Paese si può trattare ciò che è pubblico come uno straccio senza rischiare nulla. Sarebbe quindi sorprendente assistere al Mamiani a un esito diverso dal solito. Una piccola rivoluzione da esportare in tutte le scuole. I presidi prendano nota.

 

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