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Palermo, una statua in onore di Aron: il cane bruciato dal padrone

Simona Pletto
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Un grande monumento per ricordare Aron, il cane pitbull di tre anni bruciato vivo in piazza Croci a Palermo dal suo proprietario. Ma anche per ricordare tutti gli animali vittime di violenza. Nella città che - proprio in onore di Aron - di recente ha istituito il primo pool di magistrati tutto al femminile per combattere i maltrattamenti di animali, a breve partirà un bando per realizzare l’opera. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha accolto la proposta dell’imprenditore salentino, Emilio Colaci, di realizzare l’opera a Palermo. «Ora bisognerà soltanto individuare l’area», ha detto l’imprenditore ringraziando il sindaco. «Verifiche permettendo – ha aggiunto -, dovrebbe essere eretta in piazza Croci», dove lo scorso 9 gennaio il pitbull Aron è stato legato a un palo con una catena e dato alle fiamme. «Gli ho dato fuoco perché era posseduto, puntava i bambini», aveva dichiarato il proprietario Carmelo Russo, detto “U spadaccino”, dopo il crudele gesto.

L’uomo, un senzatetto con problemi psichici, è stato iscritto nel registro degli indagati per maltrattamento di animali e rinchiuso in una struttura per persone con problemi mentali. Il suo pitbull, a causa delle ustioni riportate sull’80% del corpo, è morto dopo giorni di agonia nella clinica dove si trovava ricoverato. La sua morte ha scatenato l’indignazione del popolo dei social, delle associazioni animaliste e dei palermitani, tanto che alcuni di questi hanno tentato di linciare il proprietario. Il monumento avrà un’altezza di circa 4 metri e racchiuderà al suo interno la simbologia del progetto “Hora pacis”, con cui l’azienda di Colaci si propone di tramutare in opera d’arte la parola di don Tonino Bello. L’opera sarà costituita da due elementi principali: uno raffigurerà l’amore per gli animali e l’altro un grande orologio da torre. Sarà inoltre interamente sponsorizzata da aziende che, unendosi a questa causa, vogliono diventarne parte attiva dando il loro contributo.

 

 

Aron come Hachiko, il cane giapponese a cui è stata dedicata una statua a Tokio. L’amico a quattro zampe divenne famoso negli anni ’30 per la sua grande fedeltà nei confronti del suo padrone. Dopo la sua morte, Hachiko per quasi dieci anni andò ogni giorno ad attenderlo alla stazione di Shibuya. La sua storia è diventata un commovente film, ripreso in due pellicole. L’ultima, del 2009, con il celebre interprete Richard Gere, ha commosso tutto il mondo. Una testimonianza dunque di grande fedeltà dei cani, quella appena citata. E di riconoscenza umana nei loro confronti. Cosa che invece spesso viene a mancare. E anzi, capita spesso che gli animali vengono maltrattati fino ad essere uccisi, a volte per puro sadismo. Il caso di Aron, infatti, non è isolato. Poco dopo la sua “esecuzione” in piazza a Palermo, una ragazzina di Alberobello ha spinto con un calcio nella fontana un gattino di nome Grey. Il micio è morto assiderato tra sofferenze atroci. Un anno prima aveva sconvolto la fine inflitta a Leone, un gattino scuoiato vivo e abbandonato in strada ad Angri.

Quasi contemporaneamente era stato ferito a San Ferdinando di Puglia, per mano di ragazzini annoiati, “Leone 2”, altro gattino ucciso questa volta con dei petardi in bocca. Il monumento ad Aron vuole essere un grido di rabbia affinché si ponga fine a certe brutalità nei confronti di tutti gli animali, ricordando il loro valore. Cosa che accade già in tutto il mondo. In ogni angolo del globo, infatti, è stato reso omaggio con sculture o monumenti, all’amico fedele dell’uomo. Cani eroi nella guerra o nei soccorsi come ad Amatrice; ma anche monumenti dedicati a cani randagi abbandonati o maltrattati per ricordare, come Aron, la crudeltà di cui sono state vittime.

In piazza Dante a Borgo San Lorenzo (Firenze), per esempio, si trova il monumento a Fido. Un altro cane fedele che – proprio come Hachiko -, ha aspettato il padrone per anni dopo la sua morte avvenuta nel 1943. Il suo cane ha continuato ad attenderlo ogni sera per ben 14 anni. Un legame unico, quello creato. I due sono stati sepolti insieme. E ancora, un altro monumento è stato eretto a Ghedi (Brescia), per ricordare l’opera dei cani da soccorso. Si tratta della loro rappresentazione mentre fiutano sotto le macerie per trovare le vittime del terremoto. Nel quartiere Monteverde, a Roma, è stata invece dedicata una statua di bronzo per ricordare Angelo, il cane torturato e ucciso a Sangineto in Calabria. Tra le più recenti, c’è la statua di Snoopy, inaugurata nel 2018 a Livorno e dedicata al cane ucciso nel 2015, senza un perché, con un colpo di carabina mentre era affacciato silenzioso alla porta finestra della sala di casa. La sua padrona ha lottato per anni affinché il suo Snoopy non venisse dimenticato. 

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