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Rescaldina, vietato fare sport a chi non è anti-fascista

Francesco Storace
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Sarà severamente vietato il salto nel cerchio di fuoco. A Rescaldina, in provincia di Milano, mica si scherza e le cose le fanno sul serio. Se antifascismo ha da essere, antifascismo sarà. E così per partecipare ad un bando pubblico di promozione dello sport, l’amministrazione del Comune - immancabilmente di centrosinistra- ha deciso per le maniere dure. O sottoscrivi di essere antifascista oppure puoi inventarti quel che vuoi ma i soldi non li prendi. Il famoso sport democratico.

Che poi, a quanto pare, la “regola” varrebbe anche per altri bandi pubblici, ma per ora possiamo verificare solo quanto abbiamo potuto leggere con i nostri occhi increduli.

A tirar fuori la questione è stato Luca Perotta, che alle amministrative di giugno sarà il candidato della coalizione di centrodestra. Lo ha fatto alla luce del documento vincolante - presente anche nel sito comunale- inserito dall’attuale amministrazione di Vivere Rescaldina a quanto pare in tutti i bandi del Comune, come per qualunque attività sul suolo pubblico. Roba da non crederci.

 

 

Dice Perotta: «Il Parlamento Europeo ha equiparato i crimini del comunismo a quelli del nazismo: quindi, quando saremo alla guida della città, manterremo questa dichiarazione integrandola di conseguenza». Una sola avvertenza ci permettiamo di fare al candidato del centrodestra: non cadere nello stesso errore di faziosità della sinistra, ma semplicemente forse è meglio abrogare direttamente una norma ideologica, che con l’amministrazione di un comune dovrebbe entrarci davvero poco.

LA DICHIARAZIONE - Ma ha ragione a protestare, Perotta, perché l’ultimo bando, pubblicato la scorsa settimana, conferisce un riconoscimento a favore di atleti e/o squadre di associazioni sportive rescaldinesi che si siano contraddistinti per particolari risultati o gesta sportive nella stagione sportiva 2023/2024: oltre alla domanda di partecipazione e all’informativa sulla privacy, i partecipanti devono compilare la “Dichiarazione antifascista”. Il che pare un po’ ridicolo.

In pratica chiunque partecipi a un bando del Comune o chieda di organizzarvi un evento deve sottoscrivere che «si riconosce nei princìpi e nelle forme della Costituzione italiana e ripudia il fascismo ed il nazismo; non professa e non fa propaganda di ideologie neofasciste e/o neonaziste, in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa; non persegue finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando e o usando violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione ed i suoi valori democratici fondanti»; infine, «non compie manifestazioni esteriori inneggianti le ideologie fascista e/o nazista».

 

 

IL DERBY - I manicomi sono chiusi, resta aperto il comune di Rescaldina. Che non si rende neppure conto dell’orientamento popolare nel territorio. Alle ultime elezioni senatoriali al Senato c’era il derby Rauti-Fiano. La parlamentare di Fdi surclassò il rivale del Pd 52 a 26, doppiandolo. Il bando “antifascista” è una maniera per ridurre il numero dei partecipanti, visto che, alla luce delle percentuali elettorali, gli anticomunisti in città sono molti di più?

No, non si tratta di scherzare: ma pretendere che la pratica sportiva debba discendere da un’appartenenza ideologica è quanto di più lontano di possa stabilire in un contesto autenticamente democratico. Soprattutto nello sport, gli atleti devono essere bravi e basta per meritare un riconoscimento assieme alle loro squadre. Anche perché, procedendo in questa maniera arriverà prima o poi il giorno in cui nei bandi magari si pretenderà di scrivere direttamente le sigle dei partiti. Ma non è davvero un bell’insegnamento quello che si propone alle nuove generazioni. La storia si studia - bene o male - a scuola e non nei campi sportivi o nelle palestre: c’è un limite a tutto, persino alla propaganda, che non dovrebbe mai essere valicato.

La Costituzione della Repubblica non prevede che la muscolatura degli atleti debba essere comunista o comunque politicamente corretta. Recentemente, in un altro tipo di polemica col centrodestra locale, l’assessore allo sport del Comune, Gianluca Crugnola, indicò «yoga, ciclismo, cinofilia, atletica, podistica, ginnastica artistica, ritmica e dolce, pattinaggio, baseball, autoamatori, ballo, pesca, arti marziali, pallavolo, pallacanestro» come “sport” in gran spolvero in città. Ebbene, è la domanda: immaginiamo molti atleti impegnati nella pratica sportiva, devono essere tutti di sana e robusta costituzione antifascista? Ma ci si rende conto di come si possa precipitare nel ridicolo? Alleanza nazionale scrisse in un famoso emendamento a Fiuggi che l’antifascismo fu lo strumento per tornare alla libertà. A Rescaldina serve per prendere contributi dal comune per lo sport... 

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