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Verona, l'ultima trovata di Damiano Tommasi: 8 marzo, si legge la Bibbia queer

Alessandro Gonzato
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Questo vuol dire essere progressisti! La donna, nella Verona Dem, si celebra anche con «un laboratorio per far prendere consapevolezza ai bambini e alle bambine della predominanza maschile nella toponomastica delle scuole della città». Lo ha deciso il sindaco, l’ex calciatore Damiano Tommasi, il quale però ha fondato una scuola dedicata a don Lorenzo Milani, e dunque ora non dubitiamo che la intitolerà a Madre Teresa di Calcutta, come ha pronosticato a Libero il consigliere comunale Daniele Polato, che in Regione è anche capogruppo di Fratelli d’Italia. La Verona arcobaleno ha deciso di festeggiare la donna per 69 giorni, da oggi al 5 maggio, e l’associazione che dovrà spiegare ai bimbi che ci sono troppo poche scuole di Verona dedicate alle femmine riceverà dal Comune 2mila euro, che “Le Fate Ets” - questo il nome - invero utilizzerà anche per altri eventi come “Sex and the city – osservazione delle città da un punto di vista di genere”, protagoniste due “architette”.

LE NUOVE PRIORITÀ
Nella Verona del Pd l’amministrazione spenderà 32mila euro per pagare altri gruppi di va’ pensiero unico e mettere a disposizione teatri e sale, come il 6 marzo quando si potrà entrare gratuitamente alla serata di Arcygay e Pianeta Milk dedicata a Michela Murgia. Ma per entrare - attenzione - bisognerà avere la tessera dell’Arcigay o iscriversi al momento. Il 22 marzo, poi, la memoria della Murgia sarà al centro dell’inaugurazione dell’anno accademico. Sui social sprizza orgoglioso l’assessore Jacopo Buffolo, titolare alle Pari opportunità e all’Innovazione, e che innovazione a Verona! Buffolo annuncia che la festa della donna lunga oltre due mesi verrà aperta dalla presentazione della “Bibbia Queer”. Cos’è? Le 1.136 pagine riferiscono di un Gesù piuttosto trasgressivo, invaghito di Lazzaro e poi di Giovanni. Il “Dio queer” è «strambo, poliamoroso, scandaloso nel senso etimologico del termine, perché pone inciampi al nostro cammino troppo lineare e rettilineo». La Trinità è contro «il modello della famiglia patriarcale».

 

 

Questo un estratto della prefazione: «Dio viene narrato come un padre che però è anche madre, che ama un figlio tramite un “terzo incomodo” che tra l’altro è femminile in ebraico, neutro in greco e maschile in latino. Le raffigurazioni della Trinità la fanno apparire una drag queen, ritratta con tre volti femminei ma barbuti».  Pagina 681-682: «Il primo testimone del coming out di Dio in Cristo è Giovanni Battista. Per la nostra comunità queer Giovanni Battista è un “orso peloso vestito di pelle” nel senso gay del termine». La Bibbia Queer mette al centro «un Gesù queer testimone di un Dio queer». La festa della donna non finisce qui. Figuriamoci. Il caravanserraglio riserva altre meraviglie da qui fino a quando spunterà il grano nei campi.

 

 

PATRIARCATO
Un anno fa di questi tempi (solo qualche settimana più avanti la Verona dem patrocinava un manuale sull’inseminazione artificiale fai-da-te, vademecum Lgbt che insegna a rimanere incinta col “metodo della pipetta”. Ora che si avvicinano le mimose gli assessori di Tommasi si mettono in posa davanti all’entrata del municipio, mostrano la locandina della “Città delle donne” e su Instagram scrivono: «Questo 8 marzo arriva dopo una momentanea presa di coscienza rispetto alla violenza patriarcale verso le donne»; «Serve leggere la violenza maschile con uno sguardo transfemminista, i diritti delle donne devono essere i diritti delle donne, nere, asiatiche, native non bianche, per i diritti di tutte le persone socializzate come donne o che si identificano nel genere femminile». Ideologia un tanto al chilo e fortemente avariata. «Solo propaganda gender e Lgbt», dice a Libero il meloniano Polato. «Questa giunta sta attaccando tutte le tradizioni, su tutte finora il Natale. Tutte cose di cui i cittadini non hanno bisogno, e i veronesi purtroppo se ne sono accorti». Sarà stata una svista forse- ma questa giunta è riuscita a piazzare perfino un cesso chimico a ridosso della statua della Patria. Quanti (auto)gol per Tommasi e la sua squadra...

 

 

 

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