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Pietro Costanzia di Costigliole, l'accusa del testimone: "Cosa ha fatto quando la vittima era a terra"

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A Torino nel mirino degli investigatori c'è lui, Pietro Costanzia di Costigliole, 23enne discendente di una nobile famiglia piemontese. Il ragazzo al momento nega ogni coinvolgimento nell’agguato ai danni di O.B., 23 anni anche lui, aggredito lunedì pomeriggio a colpi di machete nel quartiere di Mirafiori. Si era rifugiato "per paura" in un hotel dove poi è stato rintracciato dalle forze dell'ordine.

Ora il ragazzo è accusato di tentato omicidio e dovrà rispondere alle domande degli investigatori. Ad inchiodarlo però ci sarebbero le testimonianze della stessa vittima e anche di chi in quei terribili momenti ha visto tutto. A colpire di questo episodio di cronaca è stata le ferocia con cui è stata attaccata la vittima. A quanto pare dopo i primi colpi di machete, il ragazzo avrebbe chiesto all’aggressore di fermarsi, implorando pietà.

 

 

"Fermati, fermati, non ti denuncio se ti fermi!". Ma non sono bastate queste parole a fermare la furia dell'aggressore. E il racconto di quei terribili momenti si arricchisce di un particolare inquietante: "Impugnava un machete e ha colpito alle gambe quel ragazzo anche quando era a terra — ha raccontato un testimone al Corriere —. Ha smesso quando la vittima gli ha detto che non lo avrebbe denunciato. Lo ha lasciato in una pozza di sangue". Insomma l'aggressore si sarebbe accanito sulla vittima quando questa era ormai inerme a terra con un gamba insanguata che poi sarebbe stata amputata. Un film dell'orrore che ha sconvolto un'intera città. 

 

 

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