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La Salle, "voleva annullarla": cosa si nasconde dietro il delitto di Auriane

Roberto Tortora
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Nuovi particolari, inquietanti, emergono sull’omicidio di Auriane Nathalie Laisne, 22 anni, originaria di Saint-Priest, paesino dell’area metropolitana della città francese di Lione. Pugnalata a morte dal suo ex-fidanzato Sohaib Teima, 21 anni, marchigiano di Fermo, ma nato da genitori egiziani. Già indagato, in passato, per maltrattamenti nei confronti della ragazza. La ragazza è stata ritrovata lo scorso 5 aprile in una chiesetta diroccata sulle montagne della Valle d'Aosta: rannicchiata, in posizione fetale, con un taglio alla gola e una pietra dietro alla schiena, per fermare il corpo e indurre chi l’avrebbe vista che stesse dormendo. Come ci è finita lì? Sohaib l’avrebbe trascinata in Italia a abordo di un bus di linea, con il preciso intento di ucciderla, per annullarla.

Il ragazzo, localizzato a Perrache, è stato arrestato mercoledì dalla gendarmerie di Lione. Parla un investigatore del caso: “Era con due cugini ed era molto sereno”. La procura di Aosta ha aperto un fascicolo contro di lui, il procuratore Luca Ceccanti spiega: “Il ragazzo è accusato di omicidio premeditato e aggravato da motivi di possesso e annullamento della volontà della vittima. Non si è trattato di raptus: è un omicidio tipico di una manifestazione di potere nei confronti della ragazza. Le indagini dei carabinieri del capoluogo valdostano, dirette dal colonnello Giovanni Cuccurullo e coordinate dal sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi, hanno ricostruito gli ultimi movimenti della coppia, registrata lo scorso 25 Marzo al confine tra Francia e Italia, prima di attraversare il tunnel del Monte Bianco su un Flixbus (una catena di pullman low cost) e raggiungere Courmayeur con altri mezzi pubblici. Auriane e Sohaib sono stati, poi, individuati al tavolo del Bar Papagran di La Salle il 26 Marzo alle 16 e lì sono rimasti per un’ora, dove hanno consumato una brioche. In quel luogo sono stati riconosciuti, a posteriori putroppo, da Marco, 36 anni, titolare di una ditta di pulizie della zona, che non si capacita dell’accaduto: “Non mi do pace, quel giorno sono stato un’ora seduto davanti a lei a mangiare: lui si è alzato, è stato 20 minuti in bagno. Perché lei non mi ha chiesto aiuto se era in difficoltà?”.

 

 

 

Dopo il bar, i due si dirigono al supermercato, comprano due confezioni di sushi pronto. Salgono sull’ennesimo bus, destinazione finale: la chiesa dell’atroce delitto. Dopo aver compiuto il folle gesto, Teima ruba telefono e documenti alla ragazza per impedirne l’immediata identificazione. Per fortuna, le testimonianze dei cittadini, l’analisi delle telecamere e l’identificazione alla frontiera sono state decisive per arrivare al ragazzo e risolvere il caso. In attesa del processo, la procura di Grenoble lo ha potuto arrestare, perché Sohaib ha violato il divieto di avvicinamento alla ragazza, in virtù dell’accusa per maltrattamenti per cui il ragazzo è già atteso dal tribunale il prossimo 3 maggio. La procura di Aosta, invece, ha chiesto l’estradizione. Nonostante il ragazzo avesse questa pendenza, continuava a fare la spola tra Fermo e la Francia sud-orientale per andare da Auriane. Dopo averla uccisa e durante la sua fuga, alla mamma è toccato riconoscere la figlia all’obitorio.

 

 

 

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